Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 17/06/2011, a pag. 48, l'articolo di Dario Di Vico dal titolo " Attraverso Maroni e Israele la Lega scopre la politica estera".


Dario Di Vico, la Knesset a Gerusalemme
Segnaliamo il pezzo di Dario Di Vico perchè informa i lettori su Maroni, ma ci chiediamo che cos'abbia spinto la direzione del Corriere della Sera ad affidare un editoriale su Israele a Di Vico quando non sa nemmeno dove si trova la Knesset.
Se l'articolo fosse stato sugli Usa e Di Vico avesse scritto che il congresso è a Philadelphia invece che a Washington, crediamo che qualche anima buona l'avrebbe corretto.
Sappiamo che su Israele passa di tutto, ma IC 'caparbiamente' continuerà a segnalare questi errori che forse errori non sono, rientrando fra i tanti atti di delegittimazione dello Stato ebraico.
Ecco l'articolo:
Nell'avvicinarsi del conto alla rovescia per il raduno leghista di Pontida potrà sembrare un dettaglio. Ma forse non lo è. A Roma in questi giorni si sono incontrate due delegazioni, una del Parlamento di Tel Aviv guidata dal vice-ministro degli Esteri Daniel Ayalon e l'altra composta da deputati e senatori della Lega Nord. Alla fase conclusiva dei colloqui ha voluto assistere anche il ministro degli Interni Roberto Maroni e il quotidiano del partito La Padania ha immortalato l'evento da par suo, ritraendo il responsabile del Viminale in diverse pose. Questo dialogo, ha osservato Maroni, permette al Carroccio «di avere una sua dimensione a livello internazionale». E il deputato Stefano Stefani, pur autodefinendosi critico verso 41 sionismo esasperato», ha aggiunto che «quando Israele è attaccata, il nostro Paese è dalla vostra parte». Le delegazioni hanno poi discusso delle comuni radici giudaico-cristiane di Europa e Israele. Per la Lega incontri di questo tipo non sono usuali, la politica estera del resto è stata tradizionalmente considerata secondaria dentro il partito di Umberto Bossi e quindi conta pochi cultori dentro il gruppo dirigente, dove invece abbondano gli esperti dei problemi delle piccole e medie imprese. Ma qualcosa evidentemente sta cambiando e protagonista della piccola svolta è proprio Maroni, che già in un'altra e recente occasione aveva ampiamente dimostrato di tenere in gran conto i rapporti politici con Israele. Ai primi di giugno il ministro era intervenuto risolutamente sul prefetto milanese Gianvalerio Lombardi a proposito della rassegna Unexpected Israel. Di fronte alle polemiche sorte in città da parte di gruppi filo-palestinesi sull'ubicazione della mostra (piazza Duomo) e in presenza di titubanze e timori da parte delle autorità milanesi, Maroni aveva preso in mano la situazione bocciando l'ipotesi di trasferire l'evento al Castello, giudicato uno spazio più controllabile. E lo aveva fatto dopo una consultazione con l'ambasciatore israeliano a Roma, Gideon Meir, che gli aveva chiesto aiuto e solidarietà. Due indizi forse sono una prova.
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