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Ugo Volli
Cartoline
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Questa è la sua idea di pace, e non solo la sua 15/06/2011

Questa è la sua idea di pace, e non solo la sua


Tom MacMaster

"Ieri era 5 giugno, il primo giorno di commemorazione della Naksah. Sulle linee del cessate il fuoco ci sono stati 'scontri', come li ha eufemisticamente chiamati la stampa. In Libano, a Gaza, in tutto il west Bank, sulla linea di controllo fra le forze siriane e israeliane. Lì 23 esseri umani, disarmati sono stati uccisi dagli occupanti e centinaia feriti. Gli occupanti stanno già gridando che tutto ciò è stato orchestrato da quel demoniaco burattinaio, Bashar Assad. Da questo lato della montagna ciò sembra francamente ridicolo [...] Ovviamente, essi amano pensare che il loro è l'esercito più morale del mondo e ogni sorta di insensate banalità sulla sua amorevole gentilezza. Ecco un buon esempio dei soldati più morale del mondo,  la splendida élite che fa la doccia ai goyim imponendo la loro moralità giù su alcuni figli depravati di Amalek [immagini di sparatoria]. Non possono ammettere che sono sempre in errore e quindi devono sempre lavorare per diffamare ogni arabo, ogni pezzo della nostra cultura, la nostra religione, tutto. Noi siamo il male e la nostra storia è priva di senso: tutto ciò che conta per loro è mantenere il loro mito e ripetendo le loro bugie con voce sempre più stridula. [...] Noi siamo violenti, siamo il male. Appena avrò scritto questo, lo so, i difensori della Nazione Santa verranno a denunciarmi, chiederanno perché non vedo la loro causa come santa e la mia gente, la mia eredità, la mia storia, come niente di più che la versi di babbuini. Non ridete, sono sicura che arriveranno. E insisteranno dimostrare la loro arroganza e la loro ignoranza."

Vi piace questa prosa? Polemica politica poetica, non credete? No? Vi sembrano le sole balle della propaganda palestinese? Puzzano di antisemitismo? Capisco. E condivido. Ma in realtà la firma non è palestinese, è siriana. Si tratta di un brano del celebre blog di Amina Arraf, la voce della rivoluzione siriana, 'A Gay Girl in Damascus', come si definisce. Arrestata a quanto pare dal regime siriano qualche giorno fa, porella. Interessante, no? Ci avevano spiegato che i rivoluzionari "primaverili" arabi non ce l'avevano tanto con Israele, che volevano la democrazia e la pace e invece, ecco qui. Sono poco interessati ai dittatori, salvo per il fatto che "ogni siriano sa che Bashar non ha mosso un dito per redimere i territori occupati da Israele", come si legge più in basso: la colpa di Assad è di non essere abbastanza antisraeliano.

Tutto chiaro? Da rubricare nel capitolo "non è tutto oro quel che luccica nella primavera araba"? Eh no, qui viene il bello. Perché Amina Arraf non è lesbica, non scrive da Damasco. Si chiama Tom MacMaster, è un barbuto americano quarantenne un po' grassoccio di origini scozzesi che studia per il suo Ph. D. all'università di Edimburgo, e si è inventato il blog di Amina, compresa la puzza di antisemitismo. (http://www.dailymail.co.uk/news/article-2002854/A-Gay-Girl-Damascus-Tom-MacMaster-40-blogger-Amina-Arraf.html). Ma perché l'ha fatto? Per prendere in giro il mondo? No, perche è "un militante per la pace" e gira con il faccione del Che Guevara sulla sua felpa. Questa è la sua idea di pace, e non solo la sua: incitare alla guerra contro Israele. Il che ci insegna, in primo luogo a diffidare dai blog (http://damascusgaygirl.blogspot.com/2011/06/jaulan-is-in-our-hearts.html) come dalle fotografie della Reuters (http://zombietime.com/reuters_photo_fraud/ ; www.malainformazione.it ). Ma in secondo luogo, se non l'avessimo già capito, ci mostra la pochezza morale e la stupidità dei "pacifisti", tipo Amnesty International (http://www.jpost.com/Opinion/Op-EdContributors/Article.aspx?id=224870) o Human Rights Watch che credono di essere nel giusto e spesso danno solo sfogo ai loro pregiudizi contro Israele e alla loro idea di politically correct.


Ugo Volli

PS: La ricostruzione del "Naksa day" è completamente falsa, il burattinaio siriano c'è stato, eccome: lo ammette ormai anche l'ONU: http://www.jpost.com/DiplomacyAndPolitics/Article.aspx?id=225060


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