Un paio di riflessioni sull'invasione dei confini 10/06/2011
Un paio di riflessioni sull'invasione dei confini
Cari amici,
dato che la cosa purtroppo con ogni probabilità è destinata a ripetersi, vale la pena di riflettere sull'invasione dei confini israeliani organizzata dalla Siria la settimana scorsa (e il 24 maggio anche in Libano da Hezbollah, da Hamas e dall'Autorità Palestinese).
La prima osservazione è che il tentativo di cancellare i confini e di "riprendersi le case" abbandonate nel '48 da nonni e bisnonni, rende futili le proposte di pace basate sulle linee armistiziali del '49 ("i confini del '67") sostenute da Obama e dall'Unione Europea. Già Hamas ha specificato che non gli bastano quei confini, ma adesso vuole trattare su quelli ben più ristretti del '48, che peraltro furono accettati da Ben Gurion, ma rifiutati da arabi e palestinesi, che invece scatenarono la guerra (http://www.adnkronos.com/IGN/Aki/Italiano/Politica/MO-Hamas-sfida-Obama-Stato-palestinese-su-confini-1948_312048072988.html). E Michel Walzer, in un articolo su Repubblica che va studiato attentamente perché contiene tutte le contraddizioni e le ambiguità del pacifismo disposto a lasciar distruggere Israele pur di compiacere gli arabi ha scritto: "I leader palestinesi accoglierebbero con favore il ritiro di Israele dalla Cisgiordania, ma non sono assolutamente pronti a chiudere il conflitto. Nessuno di loro ha mai manifestato la disponibilità a rinunciare al diritto al ritorno dei profughi. Non sono abbastanza forti da poter compiere una scelta del genere, ma ho il sospetto che non ne abbiano neppure la volontà. Il loro obiettivo strategico è – temo – sempre lo stesso: la creazione di uno Stato palestinese accanto a uno Stato ebraico che non riconoscono e verso il quale nutrono ostilità." (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=110&id=40024). Come dire: qualunque pace è solo una fetta di salame in attesa della distruzione definitiva di Israele. Vale la pena di aggiungere che Walzer trova perfettamente giustificato l'atteggiamento dei palestinesi e non capisce perché mai gli israeliani non siano d'accordo.
Ma vale la pena di capire di più il meccanismo di queste invasioni. I palestinesi hanno deciso che i rifugiati sono la loro "arma atomica" (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/144782). Accanto al terrorismo internazionale e a quello locale (le "intifade"), ai razzi e agli attentatori suicidi, le tecniche "gandiane" o piuttosto "di violenza a bassa intensità e di provocazione", sperimentate nella lotta alla barriera di separazione e con la flottiglia, oggi sono usate ai confini. L'obiettivo è sempre quello di mettere Israele in una "alternativa del diavolo". O resiste alla violenza con mezzi militari e ne paga il prezzo nell'opinione pubblica internazionale, oppure ammette un precedente che sarebbe immediatamente replicato, fino all'erosione della sua sovranità.
Ultima considerazione. Voi sapete che esiste una forza di interposizione dell'Onu, che dovrebbe evitare incidenti fra Siria e Israele? No? Non mi meraviglio, non lo sapevo anch'io. Quella in Libano sì, la conosciamo tutti quanti per le sue eroiche imprese, ma in Siria ce n'eravamo dimenticati. Eppure c'è, si chiama UNDOF è composta da soldati austriaci, bravi europei che difendono la pace. Ma allora dov'erano nei giorni scorsi, vi chiederete voi. Già, dov'erano? Diciamo che se c'erano, dormivano (http://elderofziyon.blogspot.com/2011/06/so-where-was-undof-on-sunday.html). Bel precedente per fidarsi delle garanzie auropee sulla pace.