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Libero Rassegna Stampa
10.06.2011 Contro Céline: vale la pena pubblicarlo ?
Nella pagina una sua lettera piena di odio antisemita e razzista

Testata: Libero
Data: 10 giugno 2011
Pagina: 32
Autore: Louis-Ferdinand Céline
Titolo: «Il lato oscuro di Céline: Francia rovinata da ebrei, ibridi e negri»

Ci siamo sempre chiesti se L.F.Céline sia stato quel grande scrittore, riconosciuto tale anche dalla citica piu' autorevole. Sarà, riconosciamo di non essere critici letterari per professione, ma semplici lettori, forse con qualche sensibilità in piu'. Lo diciamo, Céline non ci è mai piaciuto, non tanto per la sua viscerale adesione al nazismo, è la sua scrittura che non ci è mai parsa degna di un qualche interesse. Ha senso,quindi, riproporne oggi qualche pagina, esclusa in precedenti edizioni, o reclamare la pubblicazione di " Bagatelle per un massacro", il testo piu' antisemita uscito fra quelli scritti da Céline ? Ci sembra una operazione che cerca di essere anticonformista mentre è soltanto un rimestamento fra i testi che hanno fornito una giustificazione alle teorie nazifasciste, spesso pur prodotte da scrittori di valore - ricordiamo insieme a Céline, Ezra Pound - ma, proprio per questo valore aggiunto, maggiormente responsabili di articoli di giornale scritti da opinionisti italiani, tuttora sulla cresta dell'onda della grande stampa nazionale.

Riportiamo da LIBERO di oggi, 10/06/2011, a pag. 32, lo scritto di Louis-Ferdinand Céline dal titolo " Il lato oscuro di Céline: Francia rovinata da ebrei, ibridi e negri", preceduto dal commento della redazione di Libero, che riprendiamo pur prendendo le distanze dal ragionamento che ne giustifica la pubblicazione. Ripetiasmo, Céline, per noi, è un pessimo scrittore, che sia stato nazista, razzista, antisemita, che si sia augurato lo sterminio degli ebrei, è unicamente una aggiunta alle sue caratteristiche anagrafiche. Scriveva male, basta leggere questa pagina che segue per rendersene conto. (IC redazione)

 
Louis-Ferdinand Céline

Pubblichiamo qui a fianco una lettera di Louis-Ferdinand Céline, datata 15 giugno 1942 e indirizzata all’amico Henri Poulain, contenuta nel numero 11 della rivista letteraria gratuita “Satisfiction”, diretta da Gian Paolo Serino, in uscita il 28 giugno.Come vedrete, si tratta di un testo molto duro, dai forti connotati razzisti e antisemiti. Talmente sgradevole, a tratti, che Andrea Lombardi - esperto conoscitore dello scrittore francese, di cui ha molto scritto e del quale ha curato varie pubblicazioni - ha preferito non inserirlo nel volume Céline ci scrive. Le lettere di Louis-Ferdinand Céline nella stampa collaborazionista francese, 1940-1944 (prefazione di Stenio Solinas, edizioni Settimo Sigillo) che ha meritoriamente importato (uscirà in libreria a metà luglio). Del resto, nemmeno in Francia questa lettera ha suscitato reazioni particolarmente favorevoli, come ci si può immaginare. La riproduciamo perché siamo convinti che di un grande autore come Céline si debba conoscere tutto, anche il lato più terrificante efastidioso, il quale certononpuò essere separato dalla sua straordinaria opera di romanziere. Ovviamente, non aderiamo alle bestialità che il francese, seppur con prosa splendente, inserisce nella missiva. Anzi, i contenuti per larga parte ci ripugnano. Però siamo convinti che vadano conosciuti, così come sarebbe ora di pubblicare un libro scandaloso e proibito come Bagattelle per un massacro, disponibile nel nostro Paese solo in edizioni pirata o in ristampe anastatiche di una vecchia edizione di epoca fascista. Ci sembra un’enorme ipocrisia non diffonderlo, visto che il contenuto è facilmente reperibile su Internet. Esattamente come le parole di questa lettera: in lingua originale è semplicissimo trovarla sul web. Qui avete occasione di leggerla, in tutta la sua crudeltà, in tutta la sua superficialità che sembra impossibile per un genio quale era Céline. Eppure l’ha scritta: per questo la stampiamo.

Fouesnant il 15 giugno Mio carissimo Poulain, mi coglie su due piedi! Ah, capita bene! Capita a fagiolo! Mi chiede un articolo. Prenda questa lettera e a gratis! Celebrare un anniversario? Quello dei Beaux draps? Perbacco! Sempre proibiti! I governi si succedono, giostrano i loro destrieri, la loro musichetta, e patatì e patatà... e niente cambia intendiamoci. Glielo dico molto educatamente. La storia della Francia continua. Piccolissimo indizio mi dirà: narcisismo d’autore che vede il mondo solo dal suo ombelico. La Francia continua! Come vorrà! Andrà avanti senza di me! Non se n’avrà a male. Maurois, Bernanos, adulati, classici a Tolosa, Céline nella merda.

Tutta una corsa verso Haiti

Domani Duhamel grande censore. Tutto questo è proprio regolare, può sorprendere solo un coglione. La Francia odia istintivamente tutto ciò che le impedisce di darsi ai negri. Li desidera, li vuole. Buon pro le faccia! Che si dia! tramite l’Ebreo e il meticcio, tutta la sua storia in fondo è solo una corsa verso Haiti. Quale ignobile cammino percorso dai Celti agli Zazou! Da Vercingetorige a Gunga Diouf. Tutto qua! Tutto sta lì! Il resto non è che farsa e discorsi. La Francia muore dalla voglia di finire negra, la trovo piuttosto a puntino, marcia, zeppa di meticci. Mi fanno proprio ridere quando mi dicono 5 o 800.000 ebrei in Francia! La battutona! Solo Saint-Louis, l’eletto, ne fece battezzare 800.000 tutti in una volta nella Narbonense! Pensi se hanno avuto prole! Altri 50 anni, e nemmeno un francese che non sia meticcio di qualcosa in “ide”, araboide, armenoide, bicoide, polaccoide... E chiaramente “francese” 100.000 volte più di lei e di me. L’arroganza “patriottica”, la faccia tosta, è sempre in proporzione al meticciaggio, alla giuderia personale. Un altro bel giornale è da creare, molto opportuno, il “giallo e nero” em - blema del futuro francese. Se la guerra civile fosse durata sarebbe del resto già fatto. Avremmo due milioni di morti, ariani, sostituiti immediatamente (Mandel dixit) da due maggioranza schiacciante desidera con tutto sé stesso la sconfitta assoluta della Germania e del suo ideale razzista. Bisogna come proclama Churchill «cancellare l’Hitlerismo dalla mappa del mondo». Mi spiego.

Il colpo di grazia della guerra ’14-’18

Il padiglione nazionale francese copre tutte le mercanzie. La Francia attuale così meticcia non può essere che antiariana, la sua popolazione assomiglia sempre più a quella degli Stati Uniti d’America. Stessi auspici, stessa politica profonda. Attoniti dappertutto riuniti per ordine ebreo, più qualche rimasuglio nordico e celtico a rimorchio, del resto fusi, in via di estinzione (suppergiù come i pellirossa). Veda le nostre squadre nazionali sportive, accozzaglie grottesche, frettolose ammucchiate di non importa chi, pescati non importa dove, dall’Africa alla Finlandia! Il colpo di grazia, senza dubbio, ci fu inferto dalla guerra del ’14-’18: due milioni di morti, più di cinque milioni di feriti e di abbrutiti dai combattimenti e dall’alcol, ossia tutta la popolazione maschile valida, (in maggioranza ariana ben inteso) sfinita, annientata. E tra questi certamente tutti i nostri quadri reali, tutti i nostri capi ariani. La faccenda dei capi! La massa non conta. È plastica, anonima, fa carne, peso di carne, tutto qui. La guerra, la vita lo dimostrano. La massa, la truppa non vale che solo attraverso i suoi quadri, i suoi capi. La truppa meglio inquadrata vince la guerra. È il segreto, il solo. I nostri capi, i nostri quadri sono morti durante la guerra super criminale del ’14-’18. Sono stati immediatamente sostituiti al volo dall’afflusso degli armenoidi, araboidi, italoidi, polaccoidi etc. tutti estremamente avidi, cullati da sempre nel sogno, nei loro paesi infetti, di venire a recitare qui la parte dei capi, di asservirci, conquistarci, (senza alcun rischio). Un ottimo affare! I nostri eroi del ’14-’18, cedettero loro senza esitare i posti ancora caldi. Furono occupati immediatamente. 4 milioni di pulcinella anti-francesi nell’anima e nel corpo, soltanto francesi di chiacchiera, si è visto bene quanto valessero i quadri Boncourt, i naturalizzati Mandel durante la guerra ’39- ’40! Le donne si sposano con ciò che trovano! Certo! Nuova fioritura di meticci! Che commedia! Che lupanare! E così sia! «Vengono fin tra le nostre braccia! Sgozzare, ecc.» non sono affatto i “feroci soldati” a devastare e distruggere la Francia quanto piuttosto i rinforzi negroidi del nostro stesso esercito. Per essere precisi, non sgozzano niente di niente, montano. Ed è l’imprevisto della “Marsigliese”!

Abbrutiti da alcol e incroci nei letti

Rouget non aveva capito niente, la conquista, quella vera, ci viene dall’oriente e dall’Africa la conquista intima, quella di cui non si parla mai, quella dei letti. Un impero di 100 milioni di abitanti di cui 70 milioni di caffellatte, per volere Ebreo è un impero in via di diventare Haitiano, in modo del tutto naturale. Siamo completamente abbrutiti? È un dato di fatto, per via dell’alcol e dell’in - crocio, e poi per molte altre ragioni... (veda i Beaux draps, proibiti...). Anestetizzati, insensibili al pericolo razziale? Lo siamo, è evidente. 50.000 stelle gialle non cambieranno niente. La Francia intera per un po’, più dreyfusarda che mai, per simpatia così cristiana, sfoggia con fierezza il simbolo giudaico. Nuova Legione d’onore, zazou, molto più giustificata dell’altra. E tutto per Blum e per de Gaulle! Maturi per essere colonizzati? Lo siamo! Da non importa chi! Parlare di razzismo ai francesi, è parlare di sangue puro ai nordafricani, stesse reazioni. Non si fa piacere a nessuno. Vichy si occupa, sembra del razzismo, a modo suo, come si occupa dei miei libri. Vada un po’ a chiedere a Claude Bernard quel che pensa del problema ebraico!... Sarà servito. «Si figuri raccontano i suoi assistenti che se il Sig. Bergson fosse ancora qui, i tedeschi gli farebbero indossare la stella gialla!». Altrettanto attaccabriga! Allora bella cosa, ci dica lei stesso, un po’, quel che preconizza? Ah! quant’è più delicato... scomodo... arduo... crudele... che Dio mi guardi dal potere! Dalle pesanti confidenze popolari! Le ridurrò tutte in poltiglia! Taglierei innanzitutto la Francia in due parti. Per la comodità delle cose, la tranquillità dei partiti. Lo slogan “Una, Indivisibile” mi è sempre sembrato una cosa da “masso - ni”. Al punto in cui siamo arrivati nella decadenza, saremo per forza le vittime nell’“Indivisibi - le” noi gente del Nord, poiché è il Sud che comanda, cioè l’ebreo. I Romani troppo meticciati si sono dati due capitali, farò altrettanto. Marsiglia e Parigi. L’una per la Francia meridionale, latina se vogliamo, bizantina, “sovralgerica”, tutto ai meticci, tutto agli zazou, dove si avrebbe tutto il piacere, tutta la libertà di ospitare, amare profondamente tutti i più bei ebreoni del mondo, di eleggerli tutti deputati, commissari del popolo, arcivescovi, druidi, geni, di farsi inculare da loro, all’infinito, aspettando di diventare tutti negri, questione di trenta o cinquanta anni, per come vanno le cose, di raggiungere infine lo scopo supremo, l’ideale delle Democrazie. L’altra per la Francia “a nord della Loira”, la Francia lavoratrice e razzista, è da tentare. Credo che sia forse il momento di attuare alcune grandi riforme...

Tanta sofferenza per una porcheria

La Francia tipo Santo Domingo non mi interessa davvero. Può farsela chi si presenta, me ne frego alla grande. Mi dispiace semplicemente di aver lasciato tanta carne per difendere questa porcheria che non sogna altro che Lecache. Una così grande guerra, tanta miseria, per andare da Rotchild [sic] a Worms! Ci vorrà davvero del nuovo per farmi ritornare patriota. Credo che sarà per un’altra volta, forse per un altro mondo, quello dei morti se ho ben capito, la vera patria dei testardi. A lei Poulain! Stia ben attento! Ah! non mi tradisca! la minima parola! tutte le virgole! e coraggio!

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