Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/06/2011, a pag. 19, l'articolo di Davide Frattini dal titolo "Migliaia di siriani in fuga dai tank del regime".


Davide Frattini, Bashar al Assad
I soldati avevano la barba» , dice lo studente ferito alla gamba. «Nell’esercito siriano è proibito. Non parlavano arabo e impugnavano armi diverse. Erano iraniani» . I rifugiati che riescono a passare il confine portano con loro disperazione e informazioni. Jisr al Shughour, la città che hanno lasciato, è ormai deserta. Sarebbero rimasti solo gli uomini tra i venti e i quarant’anni per difendere le case dalle bande dei saccheggiatori. Oltre mille siriani hanno raggiunto la Turchia da mercoledì, più del doppio da aprile. Il governo di Ankara promette di lasciare aperta la frontiera. «Come potremmo non accoglierli?» , dice Recep Tayyip Erdogan, il primo ministro, che spiega di aver parlato con Bashar Assad, il presidente siriano, tre giorni fa. Chi per adesso non arriva ai centri per gli sfollati, si accampa tra le rocce e le terre coltivate, il confine è lungo ottocento chilometri e poco controllato. L’accesso alle tende è pattugliato dai poliziotti turchi. Non è permesso entrare a cercare amici e parenti. «Sono responsabile della sicurezza di queste persone — commenta un agente al New York Times —. Devo essere certo di non lasciar infiltrare agenti segreti di Damasco che vogliono vendicarsi» . I carriarmati percorrono già le strade di Jisr al Shughour, le case sono assediate e i soldati della Quarta Divisione sarebbero stati spostati dalla capitale verso il nord del Paese. Le truppe d’élite sono controllate da Maher Assad, fratello minore del presidente, quello che sui manifesti di regime appare sempre in uniforme mimetica e con le lenti scure da aviatore, lo stesso modello di occhiali che portava il padre Hafez. La Quarta Divisione è meglio equipaggiata e addestrata delle unità semplici dell’esercito. L’intervento confermerebbe che i soldati locali si sono ribellati agli ordini di sparare sui vicini di casa. L’opposizione parla di una «insurrezione nelle caserme» , la televisione di Stato racconta invece che «bande di terroristi» avrebbero indossato le uniformi e bersagliato i civili «per rovinare la reputazione delle forze armate» . Gli attivisti pro-democrazia presentano ancora un’altra versione: le «bande» sarebbero uomini degli apparati di sicurezza e uccidono i militari che si rifiutano di aprire il fuoco sui manifestanti. I notiziari hanno mostrato ieri i soldati della Quarta Divisione accolti dagli abitanti con fiori e yogurt. «Siete venuti a liberarci da questi criminali» , proclama un intervistato. I vertici dell’esercito sono dominati da ufficiali alauiti, la setta della famiglia Assad che rappresenta il 12 per cento della popolazione. Una rivolta dei soldati sunniti, la maggioranza nel Paese, potrebbe portare a una guerra civile. L’opposizione annuncia per oggi nuove manifestazioni, dopo le preghiere di mezzogiorno in moschea: l’invito alla protesta è stato chiamato «venerdì delle tribù» . La propaganda del governo ha alimentato la paura di uno scontro religioso e ha propagato la teoria del complotto straniero. Il nord è diventato il centro della rivolta. Dal sud, da Deraa, dove sono cominciate le manifestazioni a metà marzo, arrivano altre immagini della repressione nelle scorse settimane. L’emittente araba Al Jazeera ha mostrato il corpo di Thamer al Sahri, un ragazzino di quindici anni arrestato, torturato e restituito cadavere alla famiglia dopo un mese e mezzo. Non ha i denti, ha perso un occhio, la pelle è coperta da bruciature di sigaretta e fori di proiettili. Era amico di Hamza al Khatib, anche lui fatto sparire, ucciso e mutilato dai servizi segreti: Hamza aveva due anni di meno, erano usciti insieme per partecipare a un corteo.
Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante