Qualunque popolo ha diritto al proprio Stato. Tranne quello ebraico Il quotidiano comunista non si smentisce mai
Testata: Il Manifesto Data: 10 giugno 2011 Pagina: 8 Autore: Redazione del Manifesto Titolo: «Ricorso all'Onu giusto, Obama sbaglia»
Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 10/06/2011, a pag. 8, la breve dal titolo " Ricorso all'Onu giusto, Obama sbaglia ".
Hanan Ashrawi
La redazione del Manifesto fa proprie le dichiarazioni di Hanan Ashrawi, dirigente dell'Olp, il quale sostiene che la richiesta di riconoscimento dello Stato palestinese che gli arabi intendono fare all'Onu a settembre non è un atto unilaterale. Negare l'evidenza, è questa la nuova strategia degli odiatori? Ashrawi dichiara : " l'aspirazione d'un popolo a uno Stato non è in sé materia di negoziato, ma piuttosto un diritto intrinseco ". La stessa regola non vale per Israele, come mai? Hamas non riconosce a Israele il diritto di esistere, nè tanto meno quello a difendersi. Ma Ashrawi queso non lo dice, chissà come mai. Anche il quotidiano di Rocca Cannuccia glissa su questo 'dettaglio'. E' giusto cercare di cancellare Israele e il suo popolo non ha diritto a uno Stato. Per i palestinesi, invece, questo diritto deve essere garantito. Sul fatto che Israele nel '48 e in seguito non si sia opposto alla nascita di uno Stato palestinese, nemmeno una sillaba.
Ecco la breve:
Il ricorso all'Onu a settembre per il riconoscimento formale d'uno Stato palestinese, in assenza delle condizioni minime di un negoziato con Israele, è una iniziativa legittima che il presidente degli Usa, Barack Obama, sbaglia a criticare. Lo ha affermato ieri senza mezzi termini Hanan Ashrawi, dirigente di spicco dell'Olp (istanza suprema palestinese) e figura storica del processo di pace. Secondo Ashrawi, rivolgersi all'Onu, «il più eminente consesso internazionale,è tutt'altro che un atto unilaterale». Per questo la dichiarazione congiunta di mercoledì di Obama e di Angela Merkel, in cui si è tornato a chiedere ai palestinesi di rinunciare all'iniziativa di settembre, è irricevibile e «controproducente». Tanto più - avverte l'esponente dell'Olp - che «l'aspirazione d'un popolo a uno Stato non è in sé materia di negoziato, ma piuttosto un diritto intrinseco».
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