|
|
||
LIBERO - Angelo Pezzana : " È la Siria a massacrare i palestinesi "
In una società dove le regole religiose dettate dalla Sharia esaltano il martirio nel nome di Allah, perché ci si dovrebbe stupire se alcune centinaia di manifestanti affrontano una morte possibile pur di assalire i militari israeliani posti alla difesa del confini del proprio paese ? Come avrebbero dovuto comportarsi i soldati di Israele di fronte ad una folla, armata di bombe molotov - altro che pacifisti – per impedire quella che era comunque una invasione proveniente da un paese nemico ? Se erano i martiri che cercavano, purtroppo li hanno avuti. Disatteso ogni tipo di avvertimento, la parola è passata alle armi. Come era previsto e voluto da chi quella marcia ha organizzato. Non ci si venga a dire che era spontanea, la Siria non solo ha chiuso un occhio, come hanno scritto i cronisti più benevoli, ma ne è stata l’origine, interessato com’era Bashar Assad a distogliere l’attenzione dei media internazionali dalle stragi che il suo regime commette quotidianamente contro gli stessi siriani in rivolta. Qualche cadavere al confine con Israele, in più per mano dello stesso Israele, era quello che ci voleva per soddisfare l’appetito di una informazione che negli ultimi mesi soffriva per essersi troppo occupata delle rivoluzioni nei paesi arabi, dimenticando quello stato che da sempre viene indicato come il responsabile di ogni disastro che succede nel mondo. Infatti i morti al confine siriano hanno dato la stura a sfoghi da troppo tempo repressi. Sul Corriere leggiamo “ i soldati sembrava che facessero il tiro al tacchino”, preceduto da un falso “nessun dimostrante armato”, come se le bombe molotov fossero mazzi di fiori. Naturalmente i palestinesi vengono definiti “esiliati”, evitando di ricordare che nel 1948 se ne andarono dal nuovo Stato di Israele spinti proprio dai governi arabi, che la guerra del ’67 fu per Israele una questione di vita o di morte, che la guerra del Kippur del 1973 era nuovamente stata voluta dai paesi arabi per cancellare Israele dalla carta geografica. Mai una parola sul ruolo terrorista della Siria, che fino alla perdita del Golan, da quelle alture non faceva altro che sparare e uccidere i cittadini israeliani che vivevano nelle valli sottostanti. Ma queste dimenticanze, che tali non sono, piuttosto andrebbero chiamate menzogne omissive, fanno parte della ormai riconosciuta narrativa che mira a delegittimare le ragioni dello Stato ebraico, nascondendo, in mancanza di buoni argomenti, la verità. Senza contare le accuse, prima fra tutte, quella che identifica in Israele uno stato di Apartheid, quando Israele è l’unico stato nella regione ad essere non solo democratico, ma rispettoso dei diritti di tutti i suoi cittadini, arabi compresi. Sono queste verità ad essere sottaciute, se i lettori conoscessero Israele per quello che veramente è, certe corrispondenze potrebbero essere contestate dai lettori. Meglio quindi raccontare solo ciò che favorisce la versione di una sola delle parti in causa. Tralasciamo le titolazioni della maggior parte dei giornali di ieri, tutti incentrati su “Israele che spara”, “ strage di dimostranti”, come se il tentativo di forzare un confine fosse una “dimostrazione”. L’azione si è rivelata un vantaggio per l’immagine della Siria, e un danno per Israele. C’è da scommettere che verrà ripetuta. |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |