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Il cane 'lapidato', come si diffonde una bufala 06/06/2011

copia di mail inviata aLibero:

A: 'lettere@libero-news.eu' Oggetto: I: articolo di domenica 5 giugno sulla 'lapidazione' dei cane a Gerusalemme.

 Ho letto con sorpresa e con dolore (perché leggo spesso e con piacere Libero, che non mi pare lasciarsi abitualmente travolgere dal pregiudizio becero) l’articolo in oggetto, che è chiaramente una classica ‘bufala’ su cui l’autore ricama una ragnatela di pregiudizi. Conosco piuttosto bene Gerusalemme e Israele e, per quanto non ami gli ortodossi e detesti gli ultraortodossi, sono certa che neppure gli ultraortodossi sono tanto al di fuori della realtà e della dottrina stessa da fare un processo a un cane in cui presumono sia incarnata l’anima di un nemico defunto. Qualcuno ha probabilmente preso una battuta per una affermazione seria - anzi per un processo vero e proprio.
L’autore dell’articolo ha probabilmente copiato la notizia da qualche altro autore che già ci aveva ricamato su, e fra un copia-incolla e un altro la non-notizia diventa uno ‘scandalo’ da riempire una pagina. Se l’autore volesse farmi la cortesia di citarmi la fonte - o le fonti - dell’articolo, ne sarei grata.
L’aspetto veramente grave della ‘non notizia’ che avete pubblicata è parola lapidazione usata nel titolo.
Probabilmente i ragazzi hanno scacciato il cane anche tirandogli pietre, ma parlare di ‘lapidazione’ a seguito di un processo è una scelta malefica, nel senso che fa proprio male, suscita orrore, fa immaginare tutt’altro.
Sicuramente fa leggere l’articolo.
Ma siete sicuri che sia una buona scelta ravvivare antichi e nuovi pregiudizi antisemiti per fare un titolo ad effetto?
Cordialmente
Laura Camis de Fonseca


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