Torah in rima.
I primi cinque libri della Bibbia Massimo Foa
Vis Vitalis, Torino Euro 21
La Bibbia ebraica non è carica solo di rivelazioni sul l'origine del cosmo e del l'uomo. È anche un libro d'amore e di amicizia, di fedeltà e di tradimenti, così ricco di peripezie da riuscire – a tratti – più avvincente di un romanzo d'avventure.
Profonda per i sapienti e semplice per gli umili, la Bibbia muta di prospettiva e di accenti a seconda di chi le si avvicina. Nel corso della sua millenaria fedeltà alla Scrittura, il giudaismo ha saputo riflettere le molte anime del testo sacro. La Bibbia delle leggende e degli intrighi la si ritrova nella aggadah, catena di apologhi e digressioni narrative. Non poco della Bibbia degli umili, quella più vicina alla vita quotidiana, s'è poi riversato nelle traduzioni. Sin dall'età antica, il popolo ebraico ha sentito la necessità di trasporre il difficile linguaggio biblico negli idiomi della diaspora, come per farsi più vicino alla rivelazione divina. Così è avvenuto coi Targumim, le traduzioni in aramaico dell'età antica, oppure con le versioni in yiddish, in giudeo-spagnolo o in giudeo-italiano, fiorite durante il tardo medioevo e la prima età moderna. Se tradurre è il modo migliore di avvicinarsi al libro per eccellenza, per mantenerlo vivo e attuale, la strada tentata da Massimo Foa ha il pregio dell'originalità. La versione in rima del Pentateuco, che esce ora per Vis Vitalis, ha un tono spigliato e informale. Le strofe sono di semplice costruzione, le rime fluiscono con un gradevole effetto d'ingenuità. Il risultato è al tempo attuale e arcaico. Certo, le quartine di Foa si possono leggere in silenzio, ma meglio sarebbe recitarle a voce alta, magari in un'occasione festiva.
Ci si accorgerà che, a narrarle in versi, le peripezie di Abramo o del re Davide prendono ritmi da tenzone cavalleresca, riacquistano un po' del gusto di saga orale che dovevano avere in origine. «Anche da Sara tu un figlio avrai / Abramo chinò la faccia e rise un sacco. / Sara partorirà davvero, vedrai / e poiché hai riso, lo chiamerai Isacco». Le rima fa affiorare un sorriso anche in chi ascolta.
Giulio Busi
Il Sole 24 Ore