In Siria si continua ad ammazzare, ma questi morti non fanno più notizia. Gli uccisi di ieri hanno poco spazio sui giornali di oggi, 04/06/2011. A campione, ecco la breve sulla STAMPA di oggi, a pag.18, con il titolo "esercito spara a Hama: gli attivistti, 77 uccisi "
Torna a incendiarsi la rivolta in Siria. Le forze di sicurezza siriane hanno ucciso decine manifestanti a Hama, nel centro del Paese, già teatro di una sanguinosa repressione nel 1982. Gli attivisti dell’opposizione, citati dalla tv panaraba Al Arabiya, hanno denunciato «67 vittime» e «centinaia di persone ferite». Tutti gli ospedali di Hama «sono stracolmi di feriti, anche gravi. C’è urgente bisogno di donazioni di sangue». Secondo l’Onu, da inizio marzo sono mille le vittime della repressione usata per disperdere le massicce manifestazioni anti-regime. Nel 1982 le truppe di Hafiz al Assad, padre dell’attuale presidente Bashar, attaccarono con armi pesanti i ribelli islamici. Hama fu bombardata, migliaia le vittime, e i Fratelli Musulmani annientati.
Ecco invece come Fiamma Niresntein, vice presidente della Commissione Esteri della Camera, ha commentato ieri la notizia:
“È con orrore che apprendo la notizia che Bashar al-Assad, il dittatore siriano ha lanciato un attacco militare contro la grande manifestazioni popolare che ha avuto luogo ieri ad Hama uccidendo circa 70 persone. E’ la stessa città in cui nel 1982 suo padre Hafez al-Assad ha compiuto una delle più grande stragi della storia delle repressioni dei regimi mediorientali.
La repressione in Siria è la più violenta fra quelle compiute in questo periodo di rivolte dai dittatori arabi contro i loro popoli. E’ indispensabile che il consesso internazionale - l’Unione Europea, gli Stati Uniti, l’Onu - agisca prontamente per fermare la strage che ha falcidiato anche centinaia di donne e bambini.
Il Segretario di Stato Americano Hillary Clinton ha detto che la legittimità di al-Assad è stata quasi cancellata. In realtà la crudeltà del rais contro i suoi stessi concittadini l’ha cancellata del tutto.”
Roma, 3giugno 2011
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