Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

Padre Pizzaballa, mi ricordo di lui 31/05/2011
Ho letto l'articolo firmato da Deborah Fait "La faccia tosta di Padre Pizzaballa". Purtroppo devo dire che non mi sorprende affatto.
Quel "soggetto" è stato il mio compagno e superiore religioso per diversi anni. Per me è soltanto un lupo travestito di agnello.
Come la maggioranza di quella "specie" si travestono di agnelli solo per fare carriera sulla pelle degli altri. E questo è il caso del "soggetto" in questione. Potrei raccontare mille cose che si dicono e fanno dentro le porte dei conventi, nelle loro riunioni a porte chiuse e certo... lontano da indiscrezioni.
La sua posizione è la posizione della stragrande maggioranza degli ecclesiastici cristiani in Israele.
Per noi era proibito studiare l'ebraico e malgrado vivessimo per tanti anni in territorio israeliano non riuscivamo a dire neppure una parola.
Certo, lui ha imparato l'ebraico e questo fa parte di una precisa strategia che con il tempo è mutata. Oggi, gente come lui, fa proselitismo sulla popolazione ebraica che fa parte dello Stato da recente.
Lui battezza gli ebrei deboli nella fede ebraica, a porte chiuse (magari nel monastero delle Clarisse di Gerusalemme) ed è per questa ragione che parla l'ebraico e fa finta di essere amico di Israele
Ma i fondo al cuore odia Israele, gli ebrei ed ogni cosa che si avvicini allo stato ebraico. Loro pensano di trovarsi in terra di nessuno e no accettano la dichiarazione e mondiale riconoscimento dello Stato ebraico.
Penso che deve essere lo Stato di Israele a cambiare atteggiamento. E dalla tolleranza si passi all'esigenza di fedeltà verso lo Stato che ogni cittadino o straniero che abita il suolo israeliano deve solennemente giurare. Poi bisogna esigere il pagamento delle tasse ad ogni singolo e ad ogni istituzione, così come lo fa ogni cittadino.
La concessione dei permessi di soggiorno deve avvenire dietro assicurazione che l'interessato non sia un pericolo per lo Stato, sia sotto l'aspetto materiale come anche ideologico. Così come si fa in Italia deve essere fatto anche in Israele! So che una posizione tale può sembrare esagerata o quantomeno non politicamente corretta, ma sono convinto che questa gente che lucra grazie alla loro posizione di privilegio, deve essere messa fuori la porta se non desidera vivere nello Stato di Israele.
Altrimenti facessero le valigie e traslocassero nel paradiso di Gaza.
Cordiali saluti,
Alberto Bissoli

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui