Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/05/2011, a pag. 12, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo "Un cartone animato può fermare i kamikaze?".
Vanno bene i fumetti, ma riteniamo che ci debbano essere ben altre iniziative per combattere il terrorismo.

Un fotogramma del cartone animato
Nel 2008 la loro «Digital Disruption» era stata ammirata perfino dal governo pachistano. «Da noi queste cose non sono arrivate, siamo decisamente indietro» , aveva commentato un po’ invidioso l’inviato di Islamabad in missione nell’East End londinese, uno dei quartieri più popolati da musulmani, più a rischio di integralismo. «Queste cose» sono i video e i cartoni della Bold Creative, un’agenzia specializzata «nell’educare, inspirare e sviluppare il potenziale dei giovani» , soprattutto nelle comunità «problematiche» . Ma se «Distruzione Digitale » , che rendeva i ragazzi cacciatori di messaggi pro-estremismo su Internet e loro stessi autori di video, era stata lodata e premiata, l’ultimo progetto della Bold Creative è invece ora al centro di crescenti polemiche nel Regno Unito. Dove molti non hanno gradito «Wish You Waziristan» (che si potrebbe tradurre con un sarcastico «Buon Waziristan» ), un cartone animato il cui scopo, certo ambizioso, è arginare la fuga di ragazzi musulmani dalla Gran Bretagna all’esplosiva regione del Nord Pakistan, meta da anni di centinaia di pellegrinaggi nei suoi campi di addestramento talebani e qaedisti, per corsi di terrorismo. Il cartone animato, commissionato dal ministero degli Esteri britannico ai tempi dei laburisti tre anni fa, racconta di due fratelli musulmani che dalla loro casa inglese finiscono appunto in Waziristan, il più piccolo solo per seguire il maggiore diventato estremista dopo un attacco razzista subito a 11 anni. Con una grafica da videogame e parlato nello slang del «Londonistan» , come vengono chiamati con sprezzo i quartieri musulmani di Londra, la storia prosegue con il viaggio in Pakistan dei due ragazzi, l’addestramento al terrore, un fallito attentato, il ritorno in Gran Bretagna, l’arresto del maggiore. Che a quel punto, pentito e in galera, chiede scusa al fratellino. Il video avrebbe dovuto debuttare ieri su YouTube ma è stato bloccato, non è chiaro da chi e perché. Ma forse a causa delle polemiche esplose per la cifra pagata all’agenzia creativa dal governo britannico (33 mila sterline, ovvero 38 mila euro), giudicata da qualcuno «eccessiva» o comunque «inutile» . O più probabilmente per le critiche arrivate dalla comunità musulmana: l’imam della moschea e centro studi di Leicester Mohammad Shahid Reza, sostiene ad esempio che è «naif e semplicistico» , e in sostanza «non serve a niente» . Vero è che da anni cartoni animati e personaggi mutuati da quelli tradizionali sono veicolo su Internet o in tv di propaganda estremista islamica, come la versione jihadista di Topolino, il «topo Farfour» della televisione di Hamas o l’ «Ape Nahoul» che sostituì il primo alla sua morte «da martire» , lei stessa deceduta perché prigioniera degli israeliani in una Gaza senza ospedali attrezzati. E certo l’intenzione di «Wish You Waziristan» era buona ma il risultato è deludente, sostengono altri esponenti della comunità. Tra i pochi finora ad aver visto il cartone che nessuno può dire se e quando verrà reso pubblico.
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