Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Arabia Saudita: Arrestata Manal, donna-simbolo della rivolta al volante Cronaca di Viviana Mazza
Testata: Corriere della Sera Data: 28 maggio 2011 Pagina: 19 Autore: Viviana Mazza Titolo: «Arrestata Manal, donna-simbolo della rivolta al volante»
Sul CORRIERE della SERA di oggi, 28/05/2011, a pag.19, un articolo di Viviana Mazza dal titolo "Arrestata Manal, donna-simbolo della rivolta al volante", per la serie 'primavera araba'. Eccolo:
Manal Al Sharif
E’ stata l’ennesima umiliazione, subita una sera, a spingere Manal Al Sharif a ribellarsi. Erano le 9 circa e Manal, madre single 32enne e consulente informatica di una società petrolifera, voleva tornare a casa, dove l’aspettava il figlio di 5 anni. Ma non poteva mettersi al volante, perché vive nell’unico Paese al mondo che vieta alle donne di guidare, l’Arabia Saudita. Così, ha chiamato il fratello Muhammad perché andasse a prenderla. Cellulare spento. Allora, ha provato a fermare un taxi. Diverse auto si sono accostate, in effetti, ma per insultarla quasi fosse una prostituta. Manal è scoppiata in lacrime: «Io, una donna adulta mi sono ritrovata in mezzo alla strada a piangere come un bambino» . Manal è in carcere dal 22 maggio perché, insieme ad altre saudite stanche di subire esperienze simili, ha lanciato un gruppo su Facebook che invita le donne a guidare in massa il prossimo 17 giugno. E’ stata arrestata mentre guidava. Rilasciata, è stata prelevata nuovamente a casa nella notte, dopo aver pubblicato su YouTube un video della sua «avventura» al volante. E’ accusata di aver disturbato l’ordine pubblico e diffuso un’immagine negativa del Regno. Manal e le altre protestano per convincere le autorità che per loro portare la macchina è una necessità: non possono usare i trasporti pubblici per via della ferrea separazione tra i sessi e non tutte possono permettersi l’autista; dipendono dai familiari maschi per qualunque spostamento e, chiedono, «se il marito dovesse avere un infarto?» . Pare che il gruppo avesse raccolto 12 mila adesioni (chiuso dalle autorità, è stato riaperto dalle attiviste). Nel Paese, non esiste un divieto scritto che proibisca loro di guidare, ma la patente non viene rilasciata alle donne. Le attiviste chiedono al Re Abdullah di intervenire con norme chiare. Il Re, in passato, è parso favorevole a questa richiesta, osteggiata dai religiosi ultraconservatori. Il sovrano e alcuni suoi ministri hanno detto che si tratta di una questione sociale e non religiosa, d’una scelta di ogni famiglia. A lui si rivolge una petizione diffusa su Facebook e firmata da oltre 1200 cittadini per la liberazione di Manal e il permesso di guidare. Ma il viceministro degli Interni ha dichiarato ieri che esistono già norme (del 1991): «Il nostro dovere è quello di applicare la legge e impediremo in ogni modo alle donne di guidare l’auto» . Potrebbe riferirsi alla fatwa (editto religioso), emanata dopo che nel 1990 a Riad 47 saudite si misero al volante: furono arrestate dalla polizia religiosa, che fa rispettare la visione wahhabita dell’Islam. La fatwa, emessa dal Consiglio supremo degli ulema, nominato dal re (e che risponde a lui) afferma: «La guida delle donne è contraria alla Sharia e pertanto vietata, per obbligo di fede... per l'insito pericolo di promiscuità e per gli immaginabili spazi di corruzione dell'anima che si aprirebbero se le donne potessero uscire liberamente senza tutori» . La durezza nei confronti della campagna forse non è casuale. Dalle rivolte che scuotono la regione chi è al potere ha imparato che basta una scintilla (e una data) per far scattare una ribellione. Il re ha annunciato a marzo un piano da 130 miliardi di dollari per nuovi posti di lavoro dopo una protesta nell’est del Paese (da cui proviene Manal). Pur chiedendo solo il diritto di guidare, le attiviste sono state accusate di «complotto» (appoggiato dall’Iran e dagli Usa). E lei resterà in carcere altri 10 giorni, mentre continuano «le indagini» . Mentre altre donne imitano già Manal, con tanto di video in Rete, un gruppo di uomini promette di frustare con l’ «iqal» , la cordicella nera usata per legare la keffiah alla testa, quelle che oseranno uscire il 17 giugno.
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