Con il titolo "100 giorni di 'rivoluzione' d'Egitto: fuga di turisti e capitali, molto islam", a pag.2, il FOGLIO pubblica un'analisi della situazione egiziana di Giulio Meotti.
Ecco l'articolo:
Giulio Meotti Ayaan Hirsi Ali simbolo dei Fratelli Mus.
Roma. La celebre scrittrice e dissidente somala, Ayaan Hirsi Ali, sul Christian Science Monitor ha appena firmato un editoriale dal titolo emblematico: “Riusciranno i Fratelli musulmani laddove ha fallito Osama bin Laden?”. La risposta dipende da una combinazione di tre fattori: “La forza della Fratellanza all’interno dell’esercito egiziano alla guida del paese; l’assenza di un’opposizione laica in Egitto; la volontà dell’America e dei suoi alleati di sottovalutare le ambizioni e le capacità politiche dei Fratelli musulmani. Per il momento tutti e tre i fattori stanno lavorando a favore dei Fratelli musulmani”. Un segnale fortissimo della paura nel più grande paese arabo viene dalla crisi del turismo e degli investimenti stranieri. I grandi hotel del Cairo, i musei, le piramidi, i templi sono semideserti, con un flusso di visitatori radicalmente ridotto dopo cento giorni di “rivoluzione” dalla caduta di Hosni Mubarak. Per l’Egitto il turismo è il bene più prezioso, persino del petrolio e del canale di Suez. Il numero di turisti è sceso del quarantasei per cento nei primi quattro mesi dell’anno. Del sessanta per cento sono scesi invece gli investimenti stranieri. “L’Egitto si sta disintegrando”, ha detto alla Cnn Mohamed ElBaradei, candidato alla presidenza assieme all’ex segretario della Lega araba Amr Moussa. E per testimoniare quanto alta sia la paura settaria nel paese, Baradei confessa che “la gente sta comprando armi”. E’ boom di acquisti di fucili e pistole. La riserva di moneta straniera è calata a ventotto miliardi di dollari, il punto più basso in un decennio. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che quest’anno l’economia del Cairo crescerà dell’uno per cento, contro il cinque del 2010. Non giovano alla stabilità del paese arabo le parole pronunciate al giornale Al Masri al Youm da Sobhi Saleh, capo politico di “Giustizia e libertà”, il partito dei Fratelli musulmani: “Applicheremo la sharia, termini come ‘civile’ e ‘laico’ sono sbagliati, la sharia islamica è il miglior sistema per musulmani e non”. E per confermare che il grande movimento islamico cercherà di modificare l’attuale stato civile egiziano, Saleh ha aggiunto: “Abbiamo seicento versetti del Corano che stipulano una certa legislazione. Vanno forse abrogati?”. Nagib Gibrail, avvocato cristiano e a capo dell’Egyptian Union of Human Rights Organization, dichiara che “i partiti islamici riceveranno più del cinquanta per cento dei voti nelle prossime elezioni”. Muntasser al Zayyat, uno dei maggiori avvocati del paese, dice che gli islamici possono arrivare fino al sessanta per cento dei consensi. Non ci sono soltanto i Fratelli musulmani. C’è anche il Partito per la Sicurezza e lo Sviluppo di Kamal Al Said Habib, che ha scontato dieci anni in carcere per aver fatto parte del commando che ha ucciso il presidente Sadat. I salafiti sono guidati da Abboud al Zumar, l’ex compagno di cella del leader egiziano di al Qaida, Ayman al Zawahiri. I Fratelli musulmani hanno appena annunciato un accordo politico con gli elementi più estremisti della galassia islamista. Il quotidiano Al Masri parla ormai di “lotta fra islamici e laici per il cuore del paese”, con la guida suprema della conftraternita, Mohammed Badie, che attacca ogni giorno, terrorizzandoli, i “giornalisti laici”. Alle elezioni ci sarà anche la Jamaa Islamiya, guidata dallo sceicco Omar Abdel Rahman, in carcere negli Stati Uniti per l’attentato del 1993 alWorld Trade Center. Sabato scorso al Cairo c’erano cinquantamila persone riunite in una grande manifestazione organizzata dai Fratelli musulmani e dai salafiti. “Gli stati arabi uniti e gli stati islamici uniti stanno arrivando”, ha scandito il celebre imam Safwat Hegazi. “Avremo un califfo a governarci tutti”.
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