martedi` 26 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






L'utopia della 'pace disarmata' 27/05/2011
Chiedo scusa alla Redazione di Informazione Corretta se ritorno a scrivere a proposito del fatto se lo Stato d’Israele sia un piccolo e civile Paese democratico circondato da tirannie sanguinarie e bellicose. Premetto che non mi interessa minimamente discutere (data l’insanabile inconciliabilità di opinioni) con chi la situazione la vede esattamente al contrario, sostenendo che il pericolo viene dal Governo di Gerusalemme e non certo da quel galantuomo di Ahmadinejad; affari suoi, punto e basta.
Per quanto mi riguarda, l’idea che la pace e la concordia tra i popoli si difenda con confetti e zuccherini è una gran bella idea, purtroppo inefficace con gli Stati-canaglia, siano essi il Terzo Reich di Hitler nel passato o l’Iran dell’omino barbuto oggi al potere. Al tempo in cui l’imbianchino con i baffetti aveva iniziato ad attuare il programma di riarmo della Germania in violazione delle disposizioni del Trattato di Versailles, i nazisti fecero stampare un documento recante il titolo “Chi deve difendere le proprie frontiere” ove compariva una carta geografica raffigurante una Germania disarmata, circondata da Paesi ostili (Francia, Belgio, Polonia) ferocemente armati. È il tipico espediente dei dittatori guerrafondai; rinfacciare gli armamenti altrui per nascondere le proprie cattive intenzioni. Quando scoppiò la guerra nel 1939, si vide chiaramente chi era preparato a condurla aggressivamente con spietata ferocia e chi era totalmente impreparato. Emblematica la situazione del Belgio, che dopo essere stato invaso nel 1914 dalle armate del Kaiser aveva sottoscritto il Trattato di Locarno (1925-1926) per evitare il ripetersi dell’amara esperienza conseguente alla brutale occupazione tedesca. Ma circa un decennio più tardi, allarmato dal riarmo della Germania hitleriana, il Governo belga ritenne scelta saggia quella di rifugiarsi nella neutralità, formulando la richiesta di svincolarsi dal Trattato precedentemente sottoscritto. Le principali democrazie occidentali, Francia e Regno Unito, aderirono alla richiesta, una decisione questa che ebbe conseguenze disastrose per tutti in quanto, allorché il 10 maggio 1940 la Wehrmacht invase il Belgio e la Francia assieme alla neutrale Olanda ed al piccolo Lussemburgo, non esisteva un piano coordinato fra gli stati maggiori degli eserciti alleati e quello frettolosamente predisposto si rivelò purtroppo totalmente inadeguato a fermare le armate di Hitler, con risultati catastrofici per i popoli d’Europa come ben sappiamo.
Per tornare all’argomento di partenza, Israele dispone oggi di un arsenale ben armato per difendersi da chi, come Ahmadinejad, vorrebbe cancellarlo dalla faccia della terra. Forse che l’omino barbuto ed i suoi tagliagole verrebbero meno ai propri criminali propositi, solo che il Governo di Gerusalemme decidesse di sostituire le armi con torte, pasticcini e cioccolatini? Possedere i mezzi per difendersi è forse peggio che minacciare apertamente di distruggere qualcuno? È questa la logica che sta dietro ai discorsi della “pace a tutti i costi”? Chi vorrebbe che Israele smobilitasse il proprio arsenale in nome della “concordia tra i popoli”, non crede che sarebbe forse più coerente e credibile se prima rivolgesse ai nemici dello Stato ebraico la richiesta di smettere una volta per tutte (non a parole, ma concretamente!) con i truci propositi di massacro e distruzione?
Lo sterminio del popolo ebraico compiuto da Hitler nei 12 anni in cui egli fu al potere rappresenta, a unanime giudizio delle persone civili, il peggior crimine che sia stato commesso contro l’umanità, sia per la crudeltà con cui fu attuato, sia per le dimensioni apocalittiche che assunse. Tale sterminio fu compiuto solo perché nulla fu fatto quando si era in tempo per fermare l’omino con i baffetti e impedire la tragedia che costò al mondo 55 milioni di morti. Oggi, al posto dell’omino con i baffetti c’è l’omino con la barba che dichiara apertamente di voler riprendere la caccia agli odiati giudei; di fronte a tale seria minaccia, è di nuovo il caso di nascondere la testa sotto la sabbia come si fece tra il 1933 ed il 1939, facendo finta che basti dire “volemose bene, mettete fiori nei vostri cannoni, fate l’amore, non fate la guerra” e tutto si risolverà a baci, abbracci, pacche sulle spalle, tarallucci e vino? Per qualcuno, evidentemente sì. Io temo proprio di no.
 
Cordiali saluti
Luigi Prato

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT