Ultime notizie di Eurabia, dalla Scozia a Roma
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
La famiglia Fogel, tutti sgozzati
Cari amici,
scriveva profeticamente Heinrich Heine due secoli fa che quando si inizia a bruciare i libri, si finisce poi a bruciare la gente. Non lo fece solo il nazismo, ma anche la Santa Inquisizione. Ma c'è un passo prima del bruciare i libri, ed è proibirli per legge. Bene, alcuni sindaci della Scozia del Sud hanno approvato un'ordinanza che proibisce alle librerie locali di vendere libri di autori israeliani (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4073097,00.html). In nome dei diritti umani, naturalmente. Chissà se preferiscono essere chiamati pre-nazisti o pre-inquisitori. Eurabia cresce e avanza.
E a proposito, Eurabia cresce e avanza anche in Italia, anche nella comunità ebraica. La notizia è questa Un paio di "autorevoli esponenti dell'ebraismo italiano" (l'espressione è di Gad Lerner, di nome Moni Ovadia e Giorgio Gomel, hanno protestato perché il presidente della Comunità Ebraica Romana, qualche settimana fa è andata a Itamar a portare la sua solidarietà alla famiglia Fogel, che ha avuto, ve lo ricordate, quattro persona sgozzate nel sonno da terroristi palestinesi, compreso un neonato di otto mesi. La ragione per cui Pacifici, secondo Gomel, non doveva andare a portare la sua solidarietà, è che i Fogel erano "coloni", dunque colonialisti, oppressori, brutta gente, e (sottinteso) i loro assassini bravi combattenti per la libertà, eroi della liberazione nazionale. Bene, ognuno è libero di solidarizzare con chi vuole, Pacifici con le vittime, Gomel e Ovadia con gli assassini, se credono. Ma ognuno, in un paese libero, è libero di solidarizzare con chi solidarizza con questi e con quelli. Sicché qualcuno, nella comunità ebraica romana, ha affisso uno striscione sulla scuola ebraica, su cui stava scritto: "Tutti gli ebrei sono fratelli, Gomel e Ovadia no". Per nulla minaccioso, mi pare, e anche corretto. Sono i due "autorevoli esponenti", dicendo che non bisognava essere solidali con i Fogel e con i "coloni", ad aver negato la loro fratellanza con qualche centinaio di migliaia di ebrei. Ma apriti cielo. Il solito Gad Lerner se ne è uscito con una solidarietà per quelli che non solidarizzano con le vittime ma (implicitamente) con gli assassini. E il presidente dell'Ucei Gattegna ha ritenuto bene fare un comunicato per dire che ci vuole la libertà di parola. Per Gomel e Ovadia, naturalmente, non per Pacifici e gli ebrei romani che hanno dissentito da loro: a senso unico. Bene, di fronte a questo episodio di pura Eurabia, io, nel mio piccolo solidarizzo con quelli che solidarizzano con i Fogel e non con le loro vittime. Ripeto che Gomel e Ovadia non sono fratelli di tutti gli ebrei. Toglieranno la parola anche a me?
Ugo Volli