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Ugo Volli
Cartoline
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Ogni allusione è puramente casuale 24/05/2011

Ogni allusione è puramente casuale

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli



Cari amici, ho deciso anch'io di dare il mio contributo al miglioramento del mondo e alla pace, che ormai è urgentissima.
Sono molto allarmato dalla situazione europea, che è piena di conflitti potenziali e ho pensato che sarebbe bene rimediare alle ingiustizie e rispondere alla giuste esigenze dei popoli.
Per esempio c'è un conflitto potenziale fra Francia e Germania dovuta all'assegnazione di Alsazia e Lorena. Dobbiamo tornare alle linee del 1914, riassegnare Strasburgo alla Germania (dopotutto era una città tedesca, ci ha studiato Goethe). Che la Germania abbia aggredito la Francia sia nel '14 che nel '39, non importa, e ancor meno che abbia perduto entrambe le guerre.  Quel che è giusto è giusto.
Per la stessa ragione alla Germania dobbiamo dare anche Danzica e i Sudeti. A Wroclaw e Koenigsberg ci penserò un'altra volta.
Per le stesse ragioni l'Italia ha diritto all'Istria e alla Dalmazia, ma non bisogna negare all'Austria l'Alto Adige.
La Serbia si riprenda la Bosnia, il Montenegro e anche il Kossovo, la Boemia riconquisti la Slovacchia, rinasca lo stato della Chiesa e anche il ducato di Parma e Guastalla.

Mi dite che le popolazioni non sono d'accordo? Che si è votato, che ormai le cose sono come sono? Male, malissimo. Tutta colpa della pulizia etnica.
Gli europei devono fare così: devono prendere i discendenti dei tedeschi che stavano a Strasburgo, degli italiani di Pola e Zara, eccetera eccetera, li deve togliere dalla loro ingiusta posizione attuale in città che sono loro straniere, metterli in campi di rifugiati e dir loro di fare un po' di terrorismo per riavere le loro case vere.
Allora sì che avranno voglia di tornare da dove vengono.

Non è una ricetta per la pace, ma per la guerra perenne?
Non importa, quel che è giusto è giusto.
E anche l'America restituisca al Messico il Texas, l'Arizona e la California, con annessi e connessi. Annullo il trattato del 1840.
Che il Messico abbia perso la guerra non è una buona ragione, anzi.
Chi vince è un prepotente e deve perdere.
E, a proposito, ho anche un'idea sullo sport, in particolare sul calcio.
Segnare un gol è chiaramente una metafora dello stupro, chi ne segna di più è più cattivo. Quindi chi segna di più non vince, anzi zero punti.
Pareggiare è già meglio, perché mostra una certa attitudine collaborativa, gli lasciamo il suo punticino. Ma non c'è posizione più morale di chi prende tanti gol e porge l'altra guancia, non ne fa neppure uno. Quindi i vincitori devono essere loro. E l' scudetto, per un'elementare questione di giustizia, va all'ultimo, che non deve essere umiliato. Così eviteremo ogni conflitto e vivremo tutti felici e contenti

Ugo Volli

PS: Ogni allusione a Obama e allo "stato palestinese" è puramente casuale.


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