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La Repubblica Rassegna Stampa
24.05.2011 Repubblica divide Gerusalemme, oltre a Est c'è una Gerusalemme NORD !
Un record mondial, finora non ci era riuscito nessuno

Testata: La Repubblica
Data: 24 maggio 2011
Pagina: 19
Autore: Chaim Levinson
Titolo: «Dsk, la difesa del superavvocato 'è innocente, lo farò assolvere'»

IC non si è occupata finora del 'caso' Strauss-Kahan, ne intende farlo oggi.  Se riprendiamo questa cronaca da REPUBBLICA (23/05/2011, pag.19 titolo "Dsk, la difesa del superavvocato 'è innocente, lo farò assolvere') è per via di un particolare, piccolo, sono solo 4 lettere, che ci ha particolarmente colpito. L'avvocato Benjamin Brafman è andato a trovare il figlio a Gerusalemme per una breve visita, da questo fatto la cronaca di REPUBBLICA.
Che infatti scrive: "
Nella bella e grande casa di suo figlio, a Gerusalemme Nord, al riparo di un sofisticato sistema di allarme,,, ecc."
Crediamo sia la prima volta, in assoluto, che vediamo la capitale di Israele contraddistinta da un NORD. Se poteva esserci un senso nello scrivere EST, per indicare quella parte della città abitata prevalentemente da cittadini arabi, mai avevamo visto il resto della città suddiviso con con i punti cardinali.
L'articolo è tradotto da Haarezt, non ci sarebbe da sorprendersi se quel NORD fosse una pensata dell' autore Chaim Levinson, l'orientamento del quotidiano israeliano lo giustificherebbe ampiamente. La traduzione è di Mila Rathaus, ed a lei che chiediamo come stanno le cose. Si è limitata a tradurre ?  
Ecco l'articolo:

GERUSALEMME - Il giorno in cui Dominique Strauss-Kahn, l´ex-presidente del Fondo monetario internazionale, è stato rilasciato su cauzione per essere confinato agli arresti domiciliari in un elegante palazzo di Manhattan, il suo avvocato Ben Brafman, personaggio di fama nel mondo newyorchese, rilascia la prima intervista dopo l´esplosione dello scandalo che ha scosso il mondo economico, e si dice assolutamente certo dell´innocenza del suo assistito. Dsk, come viene chiamato Strauss-Kahn, «sosterrà di non essere colpevole e alla fine del processo verrà assolto. Nulla è certo, ma da quel che ho potuto vedere dell´inchiesta, otterrà l´assoluzione», dice.
Mentre la stampa mondiale continua a occuparsi delle malefatte dell´ex direttore del Fmi, accusato del tentato stupro di una cameriera in un albergo di New York, Brafman – ebreo e membro della comunità ultra-ortodossa della città – trascorre il fine settimana a Gerusalemme con David, il figlio rabbino e i suoi nipoti.
L´avvocato, 62 anni, non è affatto nuovo agli scandali e ai processi di alto profilo. In passato ha rappresentato Salvatore Gravano ("Sammy il Toro"), il re della mafia italiana a New York, tradito dai suoi soci; il magnate delle scommesse on-line Jay Cohen; il rapper Jay-Z, accusato di aggressione; e anche il defunto re del pop, Michael Jackson. Un altro suo cliente, il rapper Sean Combs, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Puff Daddy, che Brafman ha difeso da un´accusa di detenzione di armi, gli ha affibbiato il nomignolo di "Zio Benny".
È stato un socio del suo studio legale, amico personale di Strauss-Kahn, a metterlo in contatto con l´economista parigino, ed ex aspirante alla candidatura presidenziale francese.
Brafman non vuole entrare nel merito delle indagini, né discutere della testimonianza rilasciata dalla cameriera newyorchese. I resoconti giornalistici della vicenda, in cui Strauss-Kahn viene presentato come un maniaco sessuale, lo irritano, dice, «ma non è questo il momento di discuterne». Non si fa, invece, pregare quando si tratta di parlare della polizia di New York: «In questi casi, in cui è coinvolto un sospettato così celebre – dice – le autorità sono sottoposte a notevoli pressioni, affinché adottino misure forti». Poi aggiunge: «Se Strauss-Kahn non fosse stato tanto famoso, e per di più un cittadino straniero, la corte non avrebbe imposto una cauzione tanto alta, di 6 milioni di dollari. La cifra elevata, infatti, non dipende dalla gravità delle accuse».
Brafman è convinto che Strauss-Kahn sia pronto a una lunga lotta: «Mi ha fatto una grande impressione. Nonostante le circostanze, resiste benissimo. Certo, però, non è contento di sentirsi accusare di un fatto che lui non ha commesso».
Da quando ha assunto questo incarico, Brafman non ha più tregua. Nella bella e grande casa di suo figlio, a Gerusalemme Nord, al riparo di un sofisticato sistema di allarme, fa telefonate transatlantiche ai suoi soci: «Non sarei venuto qui se non avessi avuto la certezza che i miei uomini siano in grado di difendere Strauss-Kahn in mia assenza. Eppure siamo in contatto ogni minuto». Presto la pausa familiare finirà: e Brafman tornerà a New York, sotto i riflettori dei media del mondo.

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(© Haaretz - la Repubblica; traduzione di Mila Rathaus)


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