Il regime siriano di Assad ammazza, ogni settimana, più civili di quanti ne siano caduti complessivamente durante i tumulti in Libia, Tunisia ed Egitto (ovviamente dalla data dell’intervento della Nato i morti in Libia non si conteggiano più); ogni notte squadroni della morte entrano nelle case dei civili per prelevare gli oppositori politici e le loro famiglie che poi scompaiono nel nulla (anche se, da ieri, il peggio si è svelato: come mostrato anche dai filmati sul sito del Corriere della Sera, sono state scoperte fosse comuni con uomini, donne e bambini); non si contano le migliaia di persone incarcerate e sottoposte alla più atroci torture spesso perpetrate da uomini di inequivocabile origine persiana, ossia iraniana, e palestinese. Le insignificanti restrizioni patrimoniali intraprese da Usa ed Europa sono solo simboliche sia per l’entità che per il tempismo, avendo da mesi avvertito Assad dei loro propositi in modo da permettergli di trasferire il denaro altrove. Come accaduto per le rivolte iraniane soffocate nel sangue, anche in questo caso con il contributo di mercenari palestinesi, il Presidente Usa Hussein Obama abbandona alla loro tragica sorte gli unici movimenti mediorientali finalizzati a fare cadere le più pericolose e sanguinarie dittature di questa parte del mondo. Intanto il programma bellico nucleare iraniano è quasi ultimato e la Siria si appresta a scatenare l’ennesima guerra contro Israele per convogliare la frustrazione e la sete di violenza dei popoli islamici verso il capro espiatorio di sempre.
Aprendo una breve parentesi di geopolitica con l’ottica dell’analista islamico appare evidente che Obama agevoli gli islamici sciiti a discapito dei sunniti nelle sue scelte consenzienti in favore di Assad, la cui stirpe sciita costituisce un’anomalia nella Siria a maggioranza sunnita, sia nella connivenza verso Ahmadinejad ed il suo regime integralista sciita. Questa lettura dei fatti appare confortata dalla scelta Usa di attaccare il sunnita Gheddafi, che dopo gli attacchi alle Torri Gemelle aveva pubblicamente annunciato e concretamente attuato una scelta di campo contro il terrorismo integralista islamico, e di contribuire a rovesciare il Presidente egiziano Mubarak, sincero fautore di un Islam sunnita moderato e sostenitore della pace con il vicino israeliano. L.C.