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L'antisemitismo di Von Trier 20/05/2011

Gentile Redazione,

lo sgradevole episodio di cui si è reso protagonista il regista danese Lars Von Trier, oltre ad offendere la memoria delle vittime della Shoà ed i loro parenti, nonché lo Stato d'Israele, rispecchia una pericolosa tendenza che si sta diffondendo sempre più in quegli ambienti intellettuali che si riteneva sostanzilamente alieni al pregiudizio antisemita.

Putroppo, lo schema del ragionamento di Von Trier, così come nel caso di John Galliano, Mel Gibson e Charlie Sheen, non è molto diverso da quello di giornalisti, scrittori ed altri intellettuali che, sempre più frequentemente, si lasciano andare in affermazioni pesantemente antisemite. E' accaduto a Vattimo, che si spinse ad affermare di ritenere autentici "I Protocolli dei savi Anziani di Sion"; accade frequentemente a Vauro che, oltre a sostenere la Flotilla 2 ted a farsi fotografare con una sciarpa in cui il futuro Sato di Palestina è rappresentato come compreso tra il Fiume Giordano ed il Mar Mediterraneo (presupponendo, in tal modo, la scomprasa di Israele); è ciò che si può constatare ascoltando "personaggi" come Giulietto Chiesa e Piergiorgio Odifreddi.

In altre parole, certi intellettuali (o presunti tali) si mettono in mostra con frasi che fanno scandalo, perché politcamente scorrette e decisamente pesanti, ma che, nel contempo, gli assicurano il consenso di settori consistenti della società. Di quei settori, tanto per intenderci, che hanno sempre coltivato l'antisemitismo, celandolo spesso dietro il paravento dell'antisionismo (senza rendersi conto che tale alibi è altrettanto odioso e stupido dell'antisemitismo), e che danno la "miglior prova di sé" nascondendosi dietro l'anonimato di Internet , che consente di amplificare e diffondere teorie ed idee discriminatorie e razziste che non avrebbero possibilità di diffusione con altri mezzi.

Quindi, le frasi odiose pronunciate da Von Trier sono lo specchio di un odio antiebraico mai sopito ed il regista danese sembra uno dei tanti giovani e giovanilisti frustrati e/o ignoranti che imperversano in rete grazie all'acquiscienza, che rasenta la complicità, di un sistema informativo e di un mondo politico che, essendo interessati più ai facili consensi che alla sicurezza delle minoranze e degli Stati democratici, rischia di risvegliarsi quando potrebbe essere troppo tardi per difendere i valori della democrazia israeliana ed europea.

Distinti saluti

Daniele Coppin


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