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Avvenire Rassegna Stampa
20.05.2011 Pio XII e la Shoah, un silenzio inaccettabile
Ma il quotidiano della CEI continua, senza successo, a difendere Papa Pacelli

Testata: Avvenire
Data: 20 maggio 2011
Pagina: 30
Autore: Lorenzo Fazzini
Titolo: «Gli Alleati a Pio XII: meglio non fare appelli»

Riportiamo da AVVENIRE di oggi, 20/05/2011, a pag. 30, l'articolo di Lorenzo Fazzini dal titolo "Gli Alleati a Pio XII: meglio non fare appelli".


Pio XII

Il pezzo è l'ennesimo maldestro tentativo di ripulire l'immagine di Pio XII. Secondo Fazzini, durante la seconda guerra mondiale, con lo sterminio degli ebrei in corso, gli Alleati avrebbero fatto pressioni sul Vaticano perchè tacesse, in modo da evitare altre ripercussioni.
Da quando in qua le mosse del Vaticano sono suggerite da altri Stati? Il Papa agisce per conto proprio, da sempre. E comunque, se anche queste pressioni ci sono state, il fatto che Pio XII abbia deciso di assecondarle non lo rende meno colpevole.
In ogni caso, anche dopo la sconfitta del nazifascismo, Pio XII non condannò la Shoah e fece tutto quanto in suo potere per impedire l'abrogazione delle leggi razziali.
Ecco l'articolo:

Durante il secondo conflitto mondiale Stati Uniti e Gran Bretagna esercitarono pressioni su Pio XII perché egli mantenesse il silenzio sulla brutalità nazista in modo da evitare che le proteste del pontefice avessero "altre conseguenze". E quanto rivelano documenti finora inediti e scoperti dalla Fondazione Pave the Way, fondata dall'ebreo statunitense Gary Krupp, per il quale alla luce di queste rivelazioni si possono comprendere meglio le circostanze in cui agì Papa Eugenio Pacelli. In particolare - ha rivelato l'agenzia Zenit che ha dato notizia di questi ritrovamenti - fa testo una corrispondenza tra l'allora rappresentante britannico presso la Santa Sede, D'Arcy Osborne, e Myron Taylor, al tempo delegato del presidente statunitense Franklin D. Roosevelt in Vaticano (al tempo gli Usa e la Santa Sede non avevano ancora ufficiali relazioni diplomatiche). Nel dispaccio, firmato da Franklin C. Gowen, assistente di Taylor, il 7 novembre 1944, si spiega che D'Arcy «chiamò e disse che aveva paura che il Santo Padre lanciasse un appello via radio a favore degli ebrei d'Ungheria».«D'Arcy disse che bisognava fare qualcosa per imporsi al Papa e far si che non si esprimesse, perché ciò avrebbe avuto ripercussioni politiche molto gravi», aggiunge il diplomatico statunitense secondo l'agenzia Zenit.

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