Nella vostra trasmissione di questa mattina, 17 maggio, menzionando la " Naqba" , ovvero la "catastrofe" , cioè la proclamazione dello stato di Israele (votata dalle Nazioni Unite, ricordiamolo), avete detto che la stessa è stata celebrata dai palestinesi "espulsi" da Israele nel 1948.
Questo è un errore storico dovuto o ad ignoranza dei fatti o a disinformazione voluta: mi risulta che gli arabi abitanti nella neoproclamata Israele, furono indotti ad andarsene dai loro "fratelli" dei paesi vicini, con la promessa di un rapido ritorno dopo aver "buttato gli ebrei a mare".
Mi risulta che, anche tramite annunci con alto parlanti per le strade, e con tutti i mezzi disponibili all'epoca, le autorità israeliane esortavano gli arabi a non andarsene.
Alcuni rimasero e sono oggi cittadini israeliani, alcuni di loro siedono alla Knesset, il parlamento israeliano, dove non si risparmiano una opposizione che certo non si sognerebbero se vivessero sotto un qualsiasi regime arabo, incluso quello dei loro confratelli di Gaza o della Cisgiordania. Gli altri, che credettero alle promesse, costituiscono oggi con i loro discendenti, i profughi, mantenuti tali dagli stati dove vivono.
Desideravo ristabilire la verità storica che tengo, non solo da documenti, ma anche da gente che ha vissuto questi avvenimenti in prima persona.
Se vorrete trasmettere l'errate corrige del termine "espulsi", farete certamente il giusto. Tuttavia, visto l'andazzo dell'informazione riguardante tutto ciò che concerne Israele e i palestinesi, con rammarico, dubito che lo farete.