|
|
||
Gentile Redazione, Egregio Direttore,
l’atteggiamento del TG3 rispetto alla questione israelo-palestinese è stato sempre fortemente sbilanciato in favore dei Palestinesi. Questa è la linea editoriale del TG da Lei diretto, estremamente discutibile se si considera che la RAI, alla quale gli utenti pagano il canone, dovrebbe essere caratterizzata da un maggior equilibrio nell’informazione, soprattutto in una questione tanto delicata quale quella che contrappone da anni Israeliani e Palestinesi, che, spesso, rappresenta un comodo alibi per il risorgente antisemitismo europeo.
Ma, aldilà della linea editoriale, tanto legittima quanto discutibile, non sono accettabili, da parte di un organo d’informazione dell’importanza del TG3, errori grossolani come quello commesso dalle due giornaliste Mariella Venditti e Maria Cuffaro nell’edizione delle 14,20 del 14 maggio scorso.
Mi riferisco al servizio della Cuffaro, presentato come riferito alla nascita di Israele ma, in realtà, tutto orientato a sottolineare la nakba (catastrofe) termine con il quale i Palestinesi indicano le conseguenze della mancata sconfitta di Israele nella guerra del 1948-49. In particolare, colpisce la colpevole omissione del servizio della Cuffaro sul fatto che la nascita di Israele fu sancita da una risoluzione dell’ONU (la n. 181 del 29 novembre 1947) respinta dagli Arabi, che rifiutavano l’idea di uno Stato ebraico in una parte della Palestina e sui quali è oggettivamente addossabile la responsabilità della mancata nascita di uno Stato arabo di Palestina (Egitto e Giordania, nel 1948, si impossessarono rispettivamente di Gaza e Cisgiordania fino alla Guerra dei Sei Giorni, nel 1967). Altra omissione, evidentemente utile per l’attribuzione di tutte le colpe ad Israele ma grave dal punto di vista della corretta informazione, è quella relativa al fallimento degli incontri di Camp David, nel 2000, quando la proposta dell’allora premier israeliano, Ehud Barak, che prevedeva la cessione ai Palestinesi di Gerusalemme est, di Gaza e della Cisgiordania (con parziale cessione anche di territori israeliani per compensare i territori palestinesi occupati dalle colonie) fu respinta da Arafat.
Ma, passiamo dalle omissioni agli errori veri e propri. Il servizio viene introdotto dalla Venditti con la frase: “momenti di alta tensione a un giorno dall’anniversario della nascita di Israele”. Mentre il suddetto servizio si conclude con la frase: “domani, mentre gli Israeliani festeggeranno la nascita del loro Stato, i Palestinesi hanno indetto numerose manifestazioni di protesta”.
Tali affermazioni dimostrano qualcosa di più e di diverso da una semplice ignoranza dei fatti storici e delle tradizioni dei popoli (che, sia detto per inciso, già rappresenterebbe un fatto grave per un mezzo d’informazione, per giunta pubblico).
Lo Stato d’Israele è stato fondato, secondo il calendario ebraico, il 5 del mese di Iyar del 5708 (Yom HaAzmaut), corrispondente al 14 maggio 1948. Per cui la data del 15 maggio a cui faceva implicitamente riferimento il servizio è errata. Ma l’errore è ancora più grossolano se si considera che, essendo il calendario ebraico lunisolare, il 5 di Iyar non cade sempre il 14 maggio. E infatti, quest’anno il 5 di Iyar cadeva martedì 10 maggio, giorno in cui gli Israeliani e gli Ebrei hanno legittimamente festeggiato la fondazione di Israele, uno Stato che gli Arabi non avrebbero voluto e che ancor oggi non accettano (come dimostrano i libri scolastici palestinesi tuttora in uso come è possibile verificare consultando il seguente link http://palwatch.org/main.aspx?fi=413). Il 15 maggio è, invece, la data del calendario volgare corrispondente all’attacco ad Israele da parte degli eserciti di Egitto, Siria , Transgiordania (oggi Giordania), Libano, Iraq, Arabia Saudita, Yemen, scatenando il primo conflitto arabo israeliano conclusosi nel 1949 con la vittoria israeliana, rendendo comprensibile la definizione di “catastrofe”.
Come spiegare il grossolano errore in cui sono incorse le due giornaliste del TG3? Semplice ignoranza della Storia e delle tradizioni ebraiche (che, probabilmente, non sono ritenute degne di approfondimenti dal TG3) o, piuttosto, stratagemma mediatico per mostrare ai telespettatori che, mentre gli Israeliani festeggiano i Palestinesi manifestano per rivendicare un loro Stato?
Da utente RAI e telespettatore del TG3 mi auguro maggiore attenzione, obiettività ed equilibrio nel trattare della vicenda israelo-palestinese, favorendo anche una maggiore conoscenza della variegata società israeliana e della cultura ebraica, unici veri antidoti all’antisemitismo e strumenti necessari al raggiungimento della pace.
Distinti saluti
Daniele Coppin
Napoli |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |