Copia di e-mail inviata a Venerdì di Repubblica
Signora Bignardi,
Purtroppo solo con un certo ritardo ho avuto modo di leggere il suo articolo pubblicato sul Venerdì di Repubblica del 29 us.
Le parole da lei utilizzate dimostrano tutta la sua, pur legittima, ammirazione per l'attore Juliano, figlio di un arabo e di un'ebrea israeliana, ucciso da un palestinese. Eppure egli, come sua madre Arna, ebrea israeliana, aveva speso la sua vita ad aiutare i palestinesi.
Però vede, signora Bignardi, quando lei scrive un articolo per un giornale di grande tiratura, non ha il diritto di scrivere cose false, del genere di: "Juliano torna a Jenin pochi giorni dopo che i carri armati israeliani sono
entrati nel campo profughi e lo hanno raso al suolo". Questa storia del campo profughi di Jenin, come lei certamente dovrebbe sapere, è già stata ampiamente smentita, con prove documentali, in tutte le sedi, e quindi il fatto
che lei la riscriva ancora, nonostante le smentite ufficiali, denota, mi permetta, una totale mancanza di professionalità da parte sua.
Dalla lettura del suo articolo si comprende poi che alla scuola di teatro di Juliano si cantava l'inno di Hamas, e cioè di un'organizzazione terrorista che vuole, ufficialmente, distruggere lo stato di Israele, col quale non tratterà mai, come è stato ancora confermato in questi giorni dai suoi capi.
La invito a vedere il film che può aprire qui:
http://video.google.com/videoplay?docid=9004838847737803917#
e si renderà conto che nella scuola di teatro, allestita da Arna coi soldi di organizzazioni ufficiali svedesi, e animata dal figlio "Juliano, bravo attore e uomo molto simpatico" (sono parole sue), si incitavano i ragazzini alla violenza e all'odio e all'uccisione degli ebrei; non è quindi affatto strano che poi questi stessi ragazzini si trasformassero, crescendo, da attori, in terroristi suicidi al servizio di quel terrorismo con cui Israele, da sempre, deve quotidianamente confrontarsi, e che lei invece, nel suo articolo, non evoca neanche di striscio.
Questa è la realtà che lei, signora Bignardi, fa finta, colpevolmente, di non vedere, preferendo scrivere di un campo profughi raso al suolo, cosa non detta neppure nel video girato a cura di Juliano.
E infine, altra realtà da lei nascosta, il simpatico Juliano è stato, nei giorni scorsi, ucciso non da un killer, come lei scrive, ma da uno di quei palestinesi che non accetteranno mai chi non è islamico, per amico che questi cerchi di essere con i palestinesi.
Juliano come Vittorio Arrigoni: questa è la realtà dei fatti. Possibile che sia tanto difficile da comprendere, signora Bignardi?
Distinti saluti
Emanuel Segre Amar