Textile Orly Castel Bloom
Traduzione di Ofra Bannet e Raffaella Scardi
Atmosfere Euro 16
A Tel Aviv, la buona borghesia vive nelle zone residenziali a Nord della città. Dove tutto è nuovo, persino le palme: ma scelte di una qualità, che cresce in fretta e regala l'impressione che non siano state appena piantate. Il simbolo di un paese in bilico tra un (recente) passato e un (incerto) futuro. In quelle case di lusso abita la famiglia Gruber, attorno a cui ruota l'ultimo romanzo di Orly Castel-Bloom. C'è Mandy, madre-imprenditrice a capo di una azienda di pigiami per ebrei ortodossi, maniaca dell'aspetto; c'è Irad, padre-scienziato di successo (apparentemente) e ci sono i figli, alla ricerca della loro strada. Ma quel quartiere è pur sempre un pezzo di Israele, dove ogni vita diventa una storia, spesso paradossale, da raccontare. E Castel-Bloom riesce a penetrare oltre la noia delle vite dei suoi protagonisti per far riemerge ognuno di loro in modo spietato e insieme ironico. I Gruber, nelle pagine di un romanzo di formazione dove tutto cambia perché niente cambi, diventano qualcosa di più di una famiglia facoltosa che nasconde segreti e amarezze. Perché se è vero che Mandy si sottopone senza sosta a interventi di chirurgia plastica, lo fa per dissolvere, grazie all'anestesia, l'angoscia per il figlio tiratore scelto nell'esercito. Così come Irad, inventore un po' alienato, è arruolato dallo Stato per creare una uniforme antiterrorismo. Le loro vite vengono colte un attimo prima di un abisso che, però, esisteva già. Mandy non si risveglierà da un trapianto di scapole affrontato per avere la schiena giovane e qualche ora d'oblio. Ma neppure il dolore riesce a unire i Gruber.
Alessia Gallione
La Repubblica delle Donne