Cari amici, avete visto? C'è chi discute se gli ebrei fanno bene a festeggiare per la morte di Bin Laden (io per conto mio ho già detto quel che penso: brindo e ringrazio il cielo). Ma la madre dei troppo generosi è sempre incinta e quelli che danno ragione per principio ai propri nemici collettivi, salvo odiare i propri nemici politici interni, sono legione. Per non parlare delle organizzazioni internazionali come l'Onu, che quando la Siria o l'Iran ammazzano oppositori civili a centinaia sorridono educatamente, dato che si tratta di buoni nemici dell'Occidente – mentre se gli americani eliminano un importante comandante nemico (questo era Bin Laden, questo erano i personaggi palestinesi uccisi negli anni scorsi dall'esercito israeliano, a partire dallo sceicco Jassin, fondatore di Al Queida), si stracciano le vesti in nome dei diritti umani violati.
Insomma, gli ebrei hanno colpa di tutto. Allora perché dibattere sul bene e sul male dell'esecuzione di Bin Laden? Qualunque cosa facciate, chiunque incontriate, contro chiunque combattiate, sappiate che dietro c'è il nemico ebreo. Un po' confuso, magari, ma onnisciente e onnipotente – un po' divino, insomma. Che ha il solo difetto di farsi continuamente male da solo, facendo scontrare i suoi diversi agenti solo per fare confusione o godersi lo spettacolo. Dunque non ci resta, nel dubbio, che festeggiare. Come diceva Mike Bongiorno (giustamente imprigionato dai nazisti, con quel nome...): "Allegria!"