Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 07/05/2011, a pag. 12, l'intervista di Lorenzo Cremonesi a Paul Bhatti dal titolo "Un musulmano al posto di mio fratello: cristiani a rischio".


Paul Bhatti, Shahbaz Bhatti
Difficile essere cristiani in Pakistan di questi tempi. Si vive all’ombra della vendetta dell’estremismo islamico per la morte di Bin Laden e tra i più a rischio sono proprio loro: «i crociati» , come li definisce Al Qaeda nei suoi messaggi, facilmente associabili al «diavolo» americano. Costituiscono meno del 2 per cento tra i 165 milioni di musulmani, eppure sono sempre nel mirino nei periodi di tensione. Lo testimonia Paul Bhatti, fratello cinquantenne del più celebre Shahbaz Bhatti, 42 anni, assassinato il 2 marzo scorso nel centro di Islamabad mentre da ministro delle Minoranze era impegnato nella battaglia per cancellare la famigerata «legge sulla blasfemia» , che permette una facile persecuzione dei non-musulmani sospettati di avere offeso l’Islam. Per Paul, da molti anni medico a Treviso — parla italiano perfettamente — il ritorno a Islamabad per il funerale di Shahbaz aveva rappresentato una dolorosa immersione nel Paese natio e la scelta di un nuovo impegno. «Avevo scoperto una comunità in pericolo e allo stesso tempo alla ricerca di riscatto. Mio fratello aveva costituito un’associazione per la difesa delle minoranze del Paese, che tutte assieme rappresentano circa il 5 per cento della popolazione. Da ministro simboleggiava la speranza di una vita migliore, più eguale e integrata alla maggioranza musulmana. Così avevo scelto di prendere il suo posto, almeno per qualche anno. Sono quindi rientrato in Italia, dove sono stato ricevuto dalle massime autorità, ho preso congedo dalle mie attività e sono subito tornato in Pakistan» , racconta. Dopo pochi giorni viene accolto con amicizia e simpatia dal primo ministro Asif Ali Zardari, che lo nomina consigliere personale per le Minoranze. «Una carica che pensavo potesse continuare con dignità quella di mio fratello. Non sapevo ancora se sarei diventato ministro nella prossima legislatura. Ma comunque mi sentivo libero di operare a mio piacimento» , aggiunge. La doccia fredda arriva però lunedì 2 maggio, solo poche ore dopo il blitz dei Navy Seals contro Bin Laden. Come un fulmine a ciel sereno il governo nomina Riaz Hussain Pirzada nuovo ministro delle Minoranze. Per Paul è un vero sgambetto: all’improvviso la sua carica viene ridimensionata, la sua libertà d’azione limitata. Pirzada non solo è di fede islamica, ma soprattutto è rappresentante in parlamento del Pml, che sta per Lega dei Pachistani Musulmani, il partito confessionale da poco entrato nella coalizione di governo. «Ammetto che si tratta di una mossa strana. Devo ancora capirla. Appena Zardari torna dai suoi viaggi all’estero chiederò spiegazioni» , minimizza ora Paul. Non vuole dire se si tratti di un passo del governo per cercare di calmare le piazze rabbiose dopo il blitz americano. Ma la sua posizione ora è in forse. Come potrà chiedere l’abolizione della «legge sulla blasfemia» , se il suo diretto superiore è un musulmano legato alle formazioni che proprio quella legge intendono conservare? Lui non sa cosa gli risponderà Zardari. Ma una nuova certezza si sta facendo spazio nei suoi piani. «Prima di lunedì pensavo che sarei rimasto in Pakistan a lungo. Ora non più. Il mio ritorno in Italia potrebbe avvenire in tempi molto più brevi» .
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