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Ugo Volli
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Tra la pace con Israele e Hamas, scegliamo Hamas 04/05/2011

“Tra la pace con Israele e Hamas, scegliamo Hamas”


Ismail Haniyeh con Abu Mazen

Cari amici, chiusi per il momento i rallegramenti per l'eliminazione di Bin Laden, torniamo all'ordinaria amministrazione: businness as usual, anzi Palestinians as usual: verbosi ma ambigui, aggressivi ma lamentosi. Il che non significa che queste faccende usual siano cose senza importanza. Stamane, secondo quanto annunciato, Hamas e Fatah firmeranno un accordo al Cairo per superare i loro anni di incomprensioni (si fa per dire: colpo di stato, prigionie, torture, ammazzamenti vari, maledizioni, diffamazioni, dispetti - businness as usual). Quando la cosa è stata annunciata, tutti in Occidente sono stati felici, l'hanno visto come un ottimo segno della pace che avanza, dei magnifici destini e progressivi del Medio Oriente (http://www.jpost.com/Opinion/Op-EdContributors/Article.aspx?id=218727): se non si uniscono i santi palestinesi perseguitati come sono dal cattivissimo nemico sionista, chi mai si unirà? Obbediente e mansueto come sono, non contraddico, anzi aderisco: uniti, uniti, evviva! Solo Israele ha mostrato una certa diffidenza, ma si sa l'"entità sionista" non conta, quel che pensa e che teme è cattivo per definizione, può star zitta o gridare, comunque male fa.

Solo che nessuno si è posto un piccolo problema che nei manuali di economia aziendale e anche in quelli matrimoniali viene sempre proposto, in caso di ogni unione, e cioè: chi comanderà? Dove guiderà la coppia? Il buon Mahmoud Abbas, come spesso capita, ha un ego inversamente proporzionale alla sua altezza e ha subito giurato: io, io, comando io! In particolare io farò le trattative, io discuterò della pace, il governo di unità che andiamo a fare non c'entra, si occupi dei regolamenti della posta celere e dei divieti di sosta. Ma ribatte subito Hamas: per controbilanciare Abbas, il capo del governo deve essere dei nostri, venire da Gaza. (http://www.jpost.com/DiplomacyAndPolitics/Article.aspx?id=218803), un governo che non dovrà neanche pensare di fare la pace con Israele (http://blogs.jpost.com/content/very-left-out). Un po' confuso, no? Una cosa è certa: il "tecnocrate" Fayyad, quello che piaceva tanto agli americani e agli europei, perché non aveva l'aria del macellaio in pensione (o ancora in servizio) come gli altri, deve far fagotto: sciò! ad Hamas non piace e sta sulle scatole anche a Fatah, perché non ha la pistola (pardon la tessera dell'organizzazione) nella tasca posteriore dei pantaloni.

E quanto alla morte di Bin Laden che ne pensano? Per l'Autorità Palestinese, sembrerebbe che sia "un fatto importante per il processo di pace in medio oriente" (http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Bin-Laden-Anp-uccisione-fatto-importante-per-processo-pace-MO_311966546985.html). Ma per Hamas è "l'assassinio di un santo guerriero dell'Islam" ragione di lutto e di rinnovato impegno terrorista (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=218821). Ma anche anche per l'ala militare di Fatah, l'eliminazione dell'arciterrorista è una "catastrofe" che non distoglierà però gli eroici guerriglieri dalla loro lotta e dal loro martirio ( http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=4972). E' un accordo un po' confuso, non trovate? Bisogna piangerlo, Bin Laden, o aspettarsi meravigliosi sviluppi dalle bellissime e pacificissime rivoluzioni arabe (http://www.washingtonpost.com/blogs/post-partisan/post/the-mourners-of-binladen/2011/04/19/AFlPCfYF_blog.html)? Chissà.

E in particolare, chi comanda? Chi è più forte? Hamas sembra un po' in difficoltà, non solo per la morte del loro supereroe Osama, ma anche per i problemini della Siria e per i sommovimenti che si sono manifestati nel suo fortino di Gaza. Forse la base non ci sta più a fare da massa d'urto o da scudo umano per i loro giochini di guerra. Ma in cambio, invece dei vecchi nemici del Cairo, adesso ha dei fervidi sostenitori al governo e vicino: il ministro degli esteri vuole aprire il valico, la fratellanza musulmana è quasi al potere ed è la ditta di cui Hamas è la filiale palestinese. Difficile che si sottomettano così tranquillamente al Brontolo di Ramallah.

Ancora. L'autorità palestinese sostiene che Hamas ha accettato una "tregua di fatto" (che di per sé ammetterete, non è espressione molto impegnativa) con Israele. Ma pochi giorni fa il sito web ufficiale di Hamas pubblicava un poster che raffigura dei caduti israeliani e alcuni terroristi pesantemente armati con lo slogan (in inglese ed ebraico): “La morte sta arrivando”. (http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/post/2631119.html).

Voi chi scegliereste? Io, per me, ho pochi dubbi. E per una volta penso che sia vera una dichiarazione di Mahmoud Abbas finalmente chiara: “Tra la pace con Israele e Hamas, scegliamo Hamas” (http://www.focusonisrael.org/2011/04/30/accordo-hamas-fatah/). Se lo dice lui... Basterebbe solo che per una volta, anche i paesi occidentali lo ascoltassero - e ne traessero le conseguenze. Ma purtroppo non sono abbastanza filopalestinesi per credere ai loro protetti. Anche loro pensano che i palestinesi stiano davvero lì per volere la pace, per fare i loro giochini ideologici. Chi si illude che l'imbroglione sia onesto o che il nemico lavori per lui, si imbroglia da sé ed è nemico a se stesso. Grazie Eurabia!

Ugo Volli


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