Il commento di Yehoshua Amishav
A destra, Yehoshua Amishav, già diplomatico israeliano, oggi al Keren Hayesod-Appello unificato per Israele
La settimana scorsa è stata contrassegnata dal continuo movimento di protesta nel mondo arabo, ed in particolare dai massacri di manifestanti compiuti dalle forze del presidente siriano Bashar Assad, proprio quello che nel 2000, quando arrivò al potere, ci fu presentato come un leader arabo della nuova generazione (è nato nel 1965), che avrebbe aperto il suo paese al mondo moderno. Come no? Oftalmologo di formazione, avendo studiato a Londra, appassionato di internet, gli auto-proclamati "esperti" del Medioriente non hanno avuto nessun dubbio. Undici anni dopo, sembra che il figlio Assad sia piuttosto un uomo molto legato alla tradizione, quella del padre: massacrare senza prblemi di coscienza chiunque contesti il suo potere.
Altro elemento importante sulla scena mediorientale nella settimana scorsa è stato l'intesa per la "riconciliazione" tra Fatah et Hamas, che potrebbe portare a breve alla firma di un accordo ufficiale e alla creazione di un governo comune. Anche qui, quest'accordo, che pone a Israele difficilissimi problemi, ha colto di sorpresa tutti gli "esperti" del Medioriente che riempiono i giornali e le trasmissioni TV delle lore analisi e commenti.
La verità è che, accanto alle migliaia di morti nella repressione della contestazione nei paesi arabi, è stata anche severamente ferita la credibilità dei sopranominati esperti. Lo stesso fenomeno si registrò nel 1989, quando crollò l'impero sovietico. Pochissimi tra le centinaia di "sovietologi" avevano previsto la clamorosa svolta. Disse allora Shimon Peres: "Gli esperti sono sopratutto esperti su quello che è già successo...". Questa battuta è molto attuale. Conviene dire anche che alcuni di quelli che si scatenano oggi nei media contro i leader arabi che fanno sparare sul loro proprio popolo non l'hanno sempre pensata cosi. Dal 25º piano degli alberghi a cinque stelle che li accogliavano nelle loro visite, la strada pareva lontana, e non si sentiva il suo malumore. Sapevano anche godere dell'ospitalità dei leader oggi caduti o in pericolo, ritornando magari nel loro paase con qualche regalo. Sappiamo che lì sanno comportarsi bene con gli ospiti, non come questi israeliani maleducati...
La domanda è: saranno adesso un pò più modesti, i commentatori dell'attualità del Medioriente? Sapranno introdurre qualche sfumatura nelle loro considerazioni sempre cosi definitive? Capiranno finalmente che questo è, per dirlo con de Gaulle, "l'Oriente complicato", con una realtà che non si può leggere in nero e bianco?
Voglio sperarlo, però l'esperienza consiglia di essere cauti. Ci sarà sempre chi cercerà ogni modo per chiamare in causa Israele. Come dice una barzeletta su "Yediot Ahronot" di questo venerdì: "Dopo l'esitazione, l'Occidente ha deciso di pubblicare una condanna: 'Guardate che terribile massacro acccanto a loro, e gli Israeliani non muovono un dito' ".