Nel dare la notizia di un probabile processo contro Mubarak e la sua famiglia, con successiva condanna a morte, Michele Giorgio, sul MANIFESTO di oggi, 01/05/2011, a pag. 7, con il titolo " Ora Mubarak rischia la pena di morte " ci illumina sul senso di laicità che contraddistingue il giornale comunista di Rocca Cannuccia: Scrive infatti Giorgio, nel presentare la partecipazione dei Fratelli musulmani alle prossime elezioni : "Non sarà una forza politica teocratica», ha sottolineato il leader del Partito della Libertà e della Giustizia ".
E Giorgio ci crede talmente, da dimenticare che sono stati proprio i Fratelli musulmani, che lui chiama "confraternita" ad aver voluto che rimanesse nella costituzione egiziana il richiamo alla Sharia, che deve essere a capo di tutte le leggi che governano il paese. Quindi il MANIFESTO ritiene la Sharia una istituzione laica. Buono a sapersi, lo ricordino i suoi lettori.
Ecco l'articolo:
Poco più di tre mesi fa era uno dei capi di stato più influenti del Medio oriente e si preparava a passare lo scettro di presidente al figlio Gamal. Oggi HosniMubarak è un ex presidente ammalato, sotto inchiesta, e rischia la pena di morte se sarà giudicato colpevole di aver ordinato di sparare contro i manifestanti nei primi giorni della «rivoluzione del 25 gennaio» che ha portato alla sua caduta. A comunicarlo è stato il ministro della giustizia,Mohamed el Guindi, citato dal quotidiano al Ahram, che ha anche accusato Mubarak di aver diffuso la corruzione in Egitto durante il trentennio in cui è stato al potere e di aver elargito favori e poteri a coloro che hanno fatto parte del suo entourage. Il ministro Mohamed el Guindi non ha mancato anche di puntare il dito contro i suoi figli dell’ex raìs, Gamal e Alaa, e lamoglie Suzanne. Quest’ultima nei prossimi giorni verrà per la prima volta interrogata in merito alle accuse di aver accumulato ricchezze in modo illecito. Intanto i Fratelli Musulmani, la confraternita considerata per decenni l’avversariomeglio organizzato di Mubarak, ieri hanno annunciato ufficialmente la nascita del loro partito che parteciperà alle elezioni legislative previste a settembre. Si chiama Partito della Libertà e della Giustizia e sarà presieduto dall’ex capogruppo parlamentare MohamedMorsy. Docente alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Zagazig, Morsy appartiene all’ala riformista del gruppo e ha confermato che il partito non presenterà un suo candidato alle presidenziali ma correrà nel 45-50% dei colleggi elettorali per le parlamentari. «Non sarà una forza politica teocratica», ha sottolineato il leader del Partito della Libertà e della Giustizia. Morsy sarà affiancato da Essam el- Erian, portavoce dei Fratelli Musulmani che prenderà la vice-presidenza, e da Saad El-Katatny, nominato segretario generale.
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