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Ugo Volli
Cartoline
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Quia ego sum leo 26/04/2011

Quia ego sum leo


Nicolas Sarkozy, Barack Obama

Cari amici,
come sapeva bene Esopo, non tutti gli animali sono uguali, ci sono gli agnelli che sporcano l'acqua di tutto un ruscello solo perché sono lì e quelli che hanno diritto di mangiarli – quia ego sum leo, perché sono il leone. E' una morale un po' difficile da mandar giù, ma comprensibile. Che il mondo non chieda conto alla Cina della sua dittatura e della violazione continua dei diritti umani è antipatico, ma si capisce. Ci voleva la tempra di un Reagan per sfidare la forza dell'Urss con gli euromissili, il boicottaggio delle Olimpiadi ecc. – e infatti dopo poco l'Unione Sovietica perse l'impero.

Ma quel che non si capisce, anche usando il principio dell'agnello e del leone, è perché l'Occidente dopo aver attivamente aiutato a far sloggiare i propri alleati dalla guida di Egitto e Tunisia, si sia mescolato in una confusa guerra civile in Libia e non dica una parola per le stragi che stanno accadendo in Siria. Né Gheddafi né Assad sono dei leoni, evidentemente: crudeli dittatori di mezza tacca che dominano direttamente o per famiglia da decenni su paesi poveri di risorse, opprimendo i loro concittadini e danneggiando il resto del mondo. La Libia ha promosso attivamente il terrorismo, lo sappiamo, è colpevole di attentati come quello dell'aereo abbattuto a Lockerbie e della discoteca di Berlino, che fecero centinaia di vittime. Ma la Siria ha invaso un altro paese (il Libano), ha appoggiato movimenti terroristi in quel paese (Hezbollah) e in Iraq, ha violato l'embrago Onu sulle armi iraniane eccetera eccetera.

E allora perché la giusta America di Obama e l'intraprendente Francia di Sarkozy tacciono o pigolano debolmente di fronte alle stragi di questi giorni? Mah, un'ipotesi è che sia questione di faccia. Negli ultimi anni sia Obama che Sarkozy hanno fatto molto per accreditare Assad. Obama ha rimandato un ambasciatore americano a Damasco, che mancava da molti anni, ha spedito inviati, ha accreditato la Siria come elemento positivo in Medio Oriente; Sarkozy ha invitato Assad addirittura al massimo onore civile in Francia, non l'ha solo invitato all'Eliseo ma l'ha fatto sedere accanto a lui alla parata della festa nazionale del 14 luglio dell'anno scorso. Difficile dire ora che hanno onorato e aiutato un macellaio.

Ma io ho un'interpretazione più interessante. Ogni tanto qualche maligno dice che Obama non sia nato in America e non abbia mai abbandonato la religione musulmana in cui è stato educato da piccolo. Non lo so, non mi pronuncio. Ma lui (e anche Sarkozy, così laico in apparenza) ha profondamente assimilato la massima cristiana di amare i propri nemici. In realtà né l'America né la Francia vogliono mettere in imbarazzo l'Iran, che della grande confusione araba di questi mesi sta traendo grandi vantaggi strategici e per cui la perdita dell'alleato siriano Assad sarebbe una pesantissima sconfitta (tant'è vero che lo appoggiano con armi e consigli, come gli Hezbollah appoggiano gli insorti del Bahrein, alla faccia del non intervento). Dunque è per la logica di amare e aiutare i propri nemici che agiscono. Gheddafi non era abbastanza nemico da essere lasciato in pace ad ammazzare i propri cittadini, Assad lo è.

Tant'è vero che Obama e Sarkozy applicano anche la massima inversa, di odiare e danneggiare i propri amici. Abbattuti i regimi filo-occidentali in Tunisia e Egitto, se la prendono ora con Israele, che è il paese più occidentale e democratico del Medio Oriente, in cui non ci sono state nemmeno agitazioni o uccisioni, se trascuriamo i delitti di sangue di questi mesi firmati Fatah (la famiglia Fogel), Hamas (lo studente ammazzato nelle sculolabus), Autorità Palestinese (il hassid di Brezlav ucciso l'altro giorno per aver cercato di pregare sulla tomba di Giuseppe), estremisti palestinesi generici (l'attore pacifista di Jenin, Arrigoni). E' Israele che pare loro l'agnello da sacrificare, imponendogli un piano di pace che non è sostenibile (da una parte e dall'altra), appoggiando il riconoscimento dello stato palestinese che abolirà gli accordi di Oslo e rischia di provocare a settembre una grande ondata di violenza, se non una guerra vera e propria.

Il leone e l'agnello... ama i tuoi nemici... io non posso che rispondere con un altro proverbio: chi è causa del suo mal pianga se stesso. Peccato che la causa del mal sia l'Occidente e che a piangere rischiamo di essere tutti noi.

Ugo Volli


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