Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/04/2011, a pag. 12, l'articolo di Ernesto Menicucci dal titolo "Il lavoro rende liberi. Striscione stile Auschwitz. Condanna bipartisan".
Non sappiamo di chi sia opera la scritta in stile Auschwitz riprodotta nell'immagine che segue, in attesa che le indagini facciano il loro corso e diano risposte, riportiamo la notizia:

La scritta è in inglese, ma i caratteri e il messaggio ricalcano quelli che — in tedesco— campeggiano all’entrata di Auschwitz: «Work will make you free» . Il lavoro vi renderà liberi, come il tristemente noto Arbeit macht frei sul cancello del campo di concentramento nazista in Polonia. Solo che siamo a Roma, quartiere Pigneto, zona di artisti e di movida, orientato tendenzialmente a sinistra, salito alle cronache tempo fa per il raid anti-immigrati di Dario Chianelli, l’uomo col «Che» tatuato sul braccio. La scritta «Il lavoro vi renderà liberi» è comparsa ieri mattina, ed è subito sembrata l’ennesimo oltraggio di gruppi dell’estrema destra nei confronti della ricorrenza del 25 Aprile. Immediate le condanne dal mondo politico. Secondo il sindaco Gianni Alemanno «quanto avvenuto è impressionante. Che ci siano dei pazzi scellerati che mettono in atto questa provocazione così grave saldando una scritta che richiama quella del campo di Auschwitz è una cosa infame» . La presidente della Regione, Renata Polverini, ha aggiunto: «Un gesto odioso e gravissimo. Mi auguro che i responsabili siano quanto prima individuati. Quell’insegna è un’offesa a quanti hanno vissuto l’orrore di Auschwitz » . Nicola Zingaretti, presidente della Provincia, parla di «quattro deficienti codardi, che agiscono di notte non firmandosi» . Mentre per il senatore Vannino Chiti (Pd) quanto accaduto «è un fatto vergognoso e inquietante» . Sull’episodio sta indagando la Digos, che è intervenuta sul posto. Dopo l’arrivo degli agenti, la scritta (lunga quattro metri, ogni lettera era alta 30 centimetri) è stata rimossa. Ma è stato a quel punto che è apparso uno striscione, che ha alimentato i dubbi di una provocazione di tutt’altro segno politico: «Basta morire uccisi dal lavoro e dall’indifferenza» . C’era anche la firma: «Comitato no-morti sul lavoro» . Caratteri bianchi su sfondo rosso, con varie stelle a cinque punte disegnate sopra. La lingua usata, l’inglese, secondo alcuni abitanti della zona sarebbe proprio «quella delle multinazionali dove si lavora, si viene sfruttati, si muore»
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