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Il Foglio Rassegna Stampa
20.04.2011 Imporre la sharia in Egitto
E' questo il piano dei Fratelli Musulmani. Cronaca di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 20 aprile 2011
Pagina: 7
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Imporremo la sharia. Annuncio choc in Egitto»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 20/04/2011, a pag. III, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo "Imporremo la sharia. Annuncio choc in Egitto".


Giulio Meotti

Roma. In Egitto circola un video, attribuito ai Fratelli musulmani, in cui si dice che la laicità porterà minigonne, alcolici, droga, omosessualità. Le voci che si rincorrono su questo video sono emblematiche del timore pressante che la confraternita islamica, una volta al potere, possa rovesciare lo stato civile al Cairo. Oggi ai Fratelli musulmani si attribuisce fra il venti e il trenta per cento dei consensi (sarebbero la forza egemone in Parlamento). In Egitto gli unici partiti organizzati sono quello dell’ex regime di Mubarak e i Fratelli musulmani. Loro hanno fatto votare i dieci punti del referendum, hanno fatto varare la nuova Costituzione e hanno programmato le elezioni legislative per il mese di settembre. Due giorni fa Mahmoud Ezzat, il segretario e vice Guida suprema dei Fratelli musulmani, ha annunciato: “Imporremo la sharia”. Ezzat, che avrebbe un’influenza maggiore persino del leader Mohammed Badie tanto da essere chiamato “l’uomo di ferro” del gruppo, si trovava al Cairo per un forum nel distretto di Imbaba. C’era anche Saad al Husseiny, uno dei capi della confraternita, che ha aggiunto: “Vogliamo imporre la legge islamica”. Ezzat ha detto che “le punizioni della sharia impiegheranno del tempo”. Il suo discorso ha scatenato il panico fra i laici e le donne, in quanto queste punizioni prevedono il taglio della mano per i ladri e la lapidazione per le adultere. “Nessuno può negare che le punizioni islamiche siano parte della religione”, ha detto Ezzat. La chiesa copta ha sospeso ogni dialogo con il gruppo islamico, perché sarebbero a rischio “i principi di uguaglianza e cittadinanza”. La settimana scorsa Sobhi Saleh, leader politico di “Giustizia e libertà”, il nome con cui i Fratelli musulmani si presenteranno alle elezioni, ha annunciato i piani per “purificare le leggi”. L’alcol sarà proibito “in ogni luogo pubblico” e le donne avranno l’obbligo di indossare l’hijab. “Non mi importa nulla dell’opinione dei laicisti che sono contro la propria religione”, ha detto Saleh. “L’islam è contro la diffusione di un comportamento non etico, ed è proprio questa la differenza tra la democrazia islamica e la democrazia occidentale. Nell’islam tutto ciò che è contro la religione va proibito in pubblico”. Dieci giorni fa Issam Durbala, membro del Consiglio della Shura dei Fratelli musulmani, ha detto che allo studio c’è anche la creazione di una polizia della “modestia”, sullo stile di quella che opera in Arabia Saudita per combattere i comportamenti “immorali” nelle aree pubbliche. “La nuova polizia deve avere un dipartimento con l’autorità di poter arrestare chi commette atti immorali”, ha dichiarato Durbala. Il maggiore giornale arabo in lingua inglese, al Asharq alAwsat, ha scritto che “la luna di miele è finita”: i Fratelli musulmani hanno gettato la maschera. “Il movimento sta reclamando in maniera arrogante il 75 per cento dei seggi in Parlamento, ma la Fratellanza non punterà a più di un terzo dei seggi, sullo stile di Hezbollah in Libano”. E’ notizia di ieri che per la prima volta dal 1979, l’anno della Rivoluzione khomeinista, l’Iran ha nominato un suo ambasciatore al Cairo.

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