Scrivo per manifestare la mia solidarietà alla Signora Deborah Fait e alla Redazione di Informazione Corretta, divenute oggetto negli ultimi giorni di accuse demenziali da cui traspare un odio violento, fanatico e irrazionale, grossolanamente spacciato per amore di verità.
Chi dichiara la propria ammirazione per organizzazioni criminali come Hamas (che, va ricordato ai benpensanti smemorati, gode dell’appoggio di quel galantuomo di Ahmadinejad) non ha alcun titolo per definirsi pacifista; è solo un degno erede di Adolf Hitler e del suo bestiale antisemitismo. Né vale (per crearsi l’alibi di verginità democratica) dichiararsi di sinistra, come fa la Morgantini, se poi si accetta acriticamente che Hamas abbia fatto propri i lati peggiori del nazionalsocialismo: il disprezzo per la democrazia e per i diritti umani (in primo luogo quelli delle donne), la smania di dominio assoluto sul mondo mediante il terrore, la volontà di sterminio del popolo ebraico, la feroce crudeltà (l’omicidio a sangue freddo di una bambina di tre mesi parla chiaro), la totale mancanza di pietà umana. Con i fan dei terroristi nessun dialogo civile sarà mai possibile.
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Mi stavo quasi convincendo ad avere un po' di pietà per uomo ucciso nel pieno della sua giovinezza e in fondo anche se dalla parte sbagliata,ucciso dai suoi stessi ideali,quando ho appreso la notizia che lei ha chiesto e preteso che la salma di suo figlio sia rimpatriata senza passare sul suolo Israeliano e che la bara sia avvolta nelle bandiere italiana e palestinese.Mi perdoni,ma quel piccolo guizzo pietoso che aveva per un attimo attraversato la mente,cosi faticosamente da me cercato per cercare,scusi il giro di parole,di: "RESTARE UMANI",slogan con cui suo figlio amava chiudere i suoi interventi farneticanti e carichi di odio,si è dileguato più velocemente di quanto si era palesato.Signora Beretta Arrigoni,io sono ITALIANA e fiera di esserlo e in questo momento mi sto chiedendo:"CHI LE ARROGA IL DIRITTO DI PORRE ME ITALIANA,FIGLIA DELLA STESSA BANDIERA CHE AVVOLGERA' LA BARA DI SUO FIGLIO,ACCANTO ALLA BANDIERA PALESTINESE?CHI LE DA' IL DIRITTO DI USARE LA BANDIERA DEL MIO PAESE PER SBANDIERARE ODIO CONTRO ISRAELE E ACCOMUNARMI AI TERRORISTI PALESTINESI DI HAMAS?CHI LE DA IL DIRITTO DI FAR DI NOI TUTTI ITALIANI DEI DETRATTORI DELL'UNICA DEMOCRAZIA, E LO RIPETO UNICA DEMOCRAZIA VIGENTE DA QUELLA PARTE DEL MONDO?"Forse,ma,solo forse le darò' un grande dispiacere,signora Beretta Arrigoni,ma quel suolo che suo figlio ha tanto amato e tanto difeso da averne persino trovato la morte,quel suolo appartiene ad Israele come quel suolo che lei ora vuole evitare come la peste.Quel suolo è ISRAELIANO dai tempi dei tempi anche se lei e i suoi cari amici pacifinti fingete di non saperlo.Non ci vuole poi molto per saperlo basta consultare una qualsiasi cartina geopolitica di duemila anni fa.E adesso "SIGNORA" Beretta Arrigoni,dato che su quel suolo che suo figlio tanto odiava e che lei tanto odia,su quel suolo nacque e visse un uomo di nome Yehoshu'a,nel rispetto e nell'amore dei suoi insegnamenti le porgo le mie condoglianze,perchè a dispetto di tanti,per LUI noi,"SIAMO UMANI".
CON ISRAELE ORA E SEMPRE.
patrizia p.
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Vi segnalo l'ennesima uscita circa quanto in oggetto del già noto alla cronache di odio antisemita Giulietto Chiesa che ha registrato e pubblicato sul suo sito, http://www.giuliettochiesa.it/, un piccolo video a proposito dell'uccisione dell'attivista antisionista Vittorio Arrigoni, evocando la regia di Israele dietro alla stessa. Buon lavoro e ancora grazie per la vostra esistenza e servizio di contro informazione.
Agnelli Luca
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Vittorio Arrigoni era un antisionista, e cioè un antisemita, morto a causa del suo odio viscerale per gli Ebrei e gli Israeliani. E’ stato vittima del suo attivismo e accanimento fanatico contro un popolo a cui non riconosceva il diritto di esistere come nazione sovrana. Si era arrogato il diritto di delegittimare quotidianamente un popolo e la sua nazione, e cioè il suo diritto a vivere libera e indipendente. Schiavo del proprio sentimento antiebraico era incapace di cogliere la complessità del conflitto in corso tra israeliani e palestinesi. Internazionalista aveva sposato la causa palestinese diventando un fanatico nazionalista palestinese al servizio di Hamas, un regime dispotico e ultra nazionalista. Pacifista condivideva il progetto di Hamas di annientare l’entità sionista. Tutto questo suo attivismo, era per lui molto umano. Restiamo umani era il suo motto per assolversi e sentirsi sempre e solo nel giusto. Predicare l’odio contro un popolo era la pratica quotidiana per restare umano. L’antisemitismo è infatti, purtroppo, un sentimento molto umano, è l’odio più lungo e più antico, a cui sembra non ci sia mai fine. Come tutti gli antisemiti si sentiva investito da una missione: liberare il mondo dall’entità sionista. Martire di se stesso il suo nome finirà nella folta schiera degli antisemiti moderni che dell’odio antiebraico ne hanno fatto una ragione esistenziale e di vita. Tuttavia il destino è stato beffardo e, come tanti altri antisemiti, non è morto per mano di un ebreo che lui non considerava degni di umanità. La mano assassina è giunta da coloro che condividevano il suo stesso odio
Lanfranco Di Genio
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Strana famiglia quella degli Arrigoni... il figlio emerge a poco più di trent'anni da una giovinezza anonima... nonostante i molti articoli a lui dedicati ( sia favorevoli che contrari) nessuno dice come e dove abbia passato i primi trent'anni della sua vita....
In uno dei video Vittorio Arrigoni dice di essere stato imprigionato in Israele, e di portare le cicatrici della sua prigionia sulle sue braccia, ma quello che colpisce sono i suoi muscoli, muscoli da palestrato, non certo da lavoratore dei campi o della penna...
E non si vede bene quali siano i tatuaggi su quei muscoli( quei tatuaggi che i rabbini detestano e lo dicono spesso in sorgente di vita, perchè deturpano l'integrità del corpo umano fatto a immagine e somiglianaza di Dio), nè quali simboli siano rappresentati nei tatuaggi stessi... oggi che l'informazione è diventata così precisa, che si rispolverano indagini obsolete per risolverle con i metodi della scienza, nel caso della morte di un italiano in terra straniera, i particolari indispensabili per capire diventano all'improvviso inesistenti... svaporano nel nulla...
Strana madre, la signora Beretta Arrigoni : che sa di avere un figlio prigioniero non certo di gentiluomini, ma che, ciononostante, si offre alle telecamere con i capelli vaporosi, e gli occhi bistrati.... come può una madre che ha perso un figlio ricordarsi dei propri capelli e del trucco degli occhi ?
Lettera firmata
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Uno che se ne intende, una volta disse che certi eroi sono come certi quadri moderni, che, per poterli apprezzare, bisogna guardarli da distante; l'Arrigoni rientra in questa categoria. E dei "laudatores"? Beh, buoni quelli, calli sulle ginocchia, posizione a 90° intervistando i terroristi.
Bruno Basso
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Premesso che sono profondamente legato alla causa di Israele, ho provato sdegno verso certa opinione pubblica italiana che ha fatto propria l'insinuazione della presenza di Israele dietro gli autori dell'omicidio di Arrigoni. I fatti stanno dimostrando, se ce n'era bisogno, che cos'ha e non ha a che fare con una certa visione complottista del fatto, è l'ennesimo frutto di un non risolto conflitto della sinistra italiana con Israele. Personalmente Arrigoni non mi piaceva e non condividevo una parola della sua faziosa battaglia contro Israele e pro Hamas, organizzazione che nulla ha di democratico e di pacifista. Se mi è consentito, vorrei raccomandarvi di evitare di usare, al fine di descrivere pacatamente il dissenso verso la sinistra italiana in generale e il caso di Arrigoni in particolare, i punti di vista di persone e/o testate chiaramente schierate a destra, quando non addirittura organi "ufficiali" del partito berlusconiano. In poche parole: va benissimo Battista, meno bene Nirenstein (deputata PDL) e ancora meno bene Belpietro, noto per la sua scarsa obiettività . La causa di Israele ha bisogno di soggetti meno di parte e più distaccati. Per il resto, go ahead ! vi seguo sempre e vi stimo tantissimo!
Francesco Cuppone
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Un uomo coerente che milita dalla parte sbagliata: così possiamo riassumere il ritratto del sig. arrigoni NON da parte di chi ne tesse stupidamente l'apologia, ma di chi - al contrario - vorrebbe descrivere chi era veramente. Peccato che in questa maniera se ne tracci una specie di apologia sotto traccia, dettata dalla paura di chiamare costui veramente col suo nome..
Prof. Antonio Ferrarese
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