Dal FOGLIO di oggi, 16/04/2011, a pag.3, un editoriale sulla Siria, dal titolo: " Nel cuore di Damasco".
Repressa per un mese dal regime baathista con una ferocia superiore a quella di Muammar Gheddafi in Libia, la rivolta contro il rais siriano, Bashar el Assad, è riuscita ieri finalmente a contagiare il centro di Damasco. I cortei si sono formati in cinque sobborghi nella cintura popolare e industriale di Damasco e cinquantamila manifestanti si sono diretti verso la centrale piazza Abbasiin, gridando slogan contro la dittatura, con la volontà dichiarata di presidiarla e di trasformarla in una seconda piazza Tahrir, dove si concentrò la rivolta egiziana. Nello stesso momento altre manifestazioni, tutte contrastate dalla polizia come è accaduto a Damasco, si sono svolte in una ventina di città siriane. L’irruzione della protesta nella capitale e la sua crescita in tutto il paese, nonostante le centinaia di morti, segnala la mancanza di credibilità delle riforme promesse dal regime e indica una capacità di mobilitazione che ormai assimila la forza del movimento siriano a quella che ha abbattuto i regimi di Tunisi e del Cairo. Cresce e si radica in tutta la Siria la prima rivolta araba che preoccupa immensamente il regime di Teheran, che ha partecipato attivamente alla repressione. Se crolla, o anche soltanto se entra in una fase di instabilità il regime di Bashar el Assad, l’Iran di Mahmoud Ahmadinejad non potrà più disporre di un fondamentale alleato per la sua politica di destabilizzazione e di egemonia regionale. Immediati sarebbero i contraccolpi negativi su Hezbollah in Libano e su Hamas nella Striscia di Gaza, mentre la Repubblica islamica d’Iran, per la prima volta da un decennio, sarebbe costretta a mettersi sulla difensiva
Per inviare al Foglio la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante..