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Il Foglio Rassegna Stampa
15.04.2011 Senza Usa e senza obiettivi la Nato cerca di contenere il fallimento in Libia
analisi di Redazione del Foglio

Testata: Il Foglio
Data: 15 aprile 2011
Pagina: 1
Autore: Redazione del Foglio
Titolo: «Raid e rais»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 15/04/2011, a pag. 1-4, l'articolo dal titolo "Raid e rais".


Nato
 

Bruxelles. Senza la leadership degli Stati Uniti, la Nato e i suoi membri europei stanno fallendo il test della guerra in Libia. “Muammar Gheddafi sta mettendo alla prova la nostra determinazione – ha detto ieri il segretario di stato americano, Hillary Clinton, in apertura del vertice della Nato a Berlino – Mantenere la nostra fermezza e unità diventa sempre più importante”. Ma l’Amministrazione Obama ha deciso di stare in seconda fila, e gli alleati europei tremano di fronte ai rischi militari dell’operazione. La Nato appare sempre più disunita e senza obiettivi, mentre arriva forte e chiara la condanna dei paesi emergenti del Bric (Brasile, Russia, India e Cina), tutti contro la missione in Libia. Ciascun membro della coalizione internazionale ha priorità e tattiche diverse. “Ci sono divergenze sui mezzi per arrivare a un obiettivo unico”, ha spiegato il ministro degli Esteri francese, Alain Juppé. Francia e Regno Unito insistono affinché la Nato intensifichi i bombardamenti, ma il comando dell’Alleanza risponde che il mandato dell’Onu non la autorizza a fare di più. Spagna, Italia e Olanda sono state invitate a modificare i caveat nazionali che impediscono ai loro aerei di colpire gli obiettivi sul terreno. Ma Madrid ha annunciato che non cambierà il suo dispositivo, mentre l’Italia esita per il passato coloniale. Sull’ipotesi di armare i ribelli, perfino l’asse franco-britannico si spacca: Londra ha annunciato l’invio di 100 telefoni satellitari e mille giubbotti antiproiettile, mentre Parigi non è nella “disposizione d’animo” di fornire armi a Bengasi, ha detto Juppé. Il capo della Farnesina, Franco Frattini, ha escluso “armamenti pesanti, da offesa, letali”. Anziché spingere il colonnello verso l’esilio, la Nato è ora alla ricerca di una “soluzione politica”, ma non sa verso quale uscita dirigersi. Per Clinton, i membri della Nato “condividono lo stesso obiettivo, che è vedere la fine del regime Gheddafi”. Secondo Juppé, “non c’è futuro con Gheddafi”. Il problema – spiega al Foglio una fonte dell’Alleanza – è che “la Nato non ha il mandato di rovesciare il colonnello”. Germania e Turchia si oppongono, gli Stati Uniti si defilano, gli altri europei litigano. Il segretario generale dell’Alleanza, Anders Fogh Rasmussen, è costretto a ripetere che “non esiste una soluzione solo militare, ma serve un processo politico”. Solo che “la soluzione politica è una questione che riguarda il popolo libico”, ammette Rasmussen. Per i ribelli, negoziare con Gheddafi equivale a una “resa”. E il colonnello ha fatto capire di essere disposto a trattare solo se resta al potere. Il gruppo di contatto a Doha mercoledì ha tracciato i contorni di un fallimento controllato della missione. La dichiarazione finale non fa menzione della “partenza immediata”, ma si limita a un appello affinché Gheddafi lasci. L’obiettivo è stato ridimensionato. Ramsussen ha chiesto aerei supplementari per bombardamenti, ma a Berlino non è arrivata nessuna offerta. Il ritiro degli aerei americani AC130 e A10 ha mandato in crisi le operazioni della Nato. “Siamo realistici: il fatto che gli Stati Uniti abbiano abbandonato la parte attiva dell’operazione aerea ha avuto un impatto considerevole”, ha detto il capo della diplomazia svedese, Carl Bildt. Francesi e britannici temono uno scenario da “Black Hawk Down” se i loro caccia dovessero scendere sotto una certa altitudine, perché – secondo l’intelligence – le forze di Gheddafi sono dotate di sistemi antiaerei mobili. Nonostante l’annuncio della fine della partecipazione attiva dal 4 aprile, il Pentagono ha ammesso che da allora i suoi aerei hanno bombardato tre obiettivi. Nel frattempo gli europei riescono a litigare persino sulla missione militare di assistenza umanitaria. Diversi paesi hanno insistito perché la forza europea, “EU Force Libya”, sia “neutrale”.

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