Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 15/04/2011, a pag. 53, la breve dal titolo "Gli architetti: salvate il memoriale di Auschwitz".
La notizia potrebbe avere anche una lettura positiva, se si trattasse soltanto di smantellare l'allestimento italiano ad Auschwitz, come sembra chiedano alcuni architetti italiani. Lo scandalo sta ben più in alto, è nella scelta di averlo allestito in "quel" modo, deprecato dalla grande maggioranza dei visitatori.
Sarebbe ora che il nuovo ministro dei Beni culturali Gancarlo Galan parlasse con qualche esperto, come il confermato presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, per capire quato l'Italia dovrebbe vergognarsi di un monumento simile, dedicato a esaltare l'Unione Sovietica secondo la narrativa imposta dal PCI in quegli anni, e che non ha nulla a che vedere con lo sterminio degli ebrei italiani.
Ecco la breve:
Il ministero dei Beni culturali «compia un sforzo» per salvare il Memoriale dei Deportati italiani realizzato ad Auschwitz nel 1979 con il contributo di grandi nomi della cultura, dall'architetto Lodovico Barbiano di Belgioioso, a Primo Levi, Luigi Nono, a Nelo Risi e Pupino Samonà. Lo chiede il Consiglio Nazionale degli architetti in una lettera al ministro Giancarlo Galan: «L'ipotesi prospettata dalle autorità italiane di trasferire l'opera, ormai in abbandono, presso il Campo di Fos-soli, invece di procedere al recupero "in situ", è contraddittoria sia dal punto di vista logistico che da quello disciplinare». Separato dal drammatico contesto che lo ha generato, denunciano gli architetti, il Memoriale ai deportati italiani «perderebbe qualsiasi senso compiuto». Di qui l'appello aGalan «pur nella consapevolezza della ristrettezza dei fondi per la cultura».
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