Cari amici,
penso che questo sia un ottimo spunto per le "cartoline" del caro Ugo Volli. È un pezzo dalla Svizzera del Corriere del Ticino di stamattina. Mi soffermo sulla parte finale, ma anche il resto è tutto un programma: A dimostrare che il cartellone non costituiva un pericolo per la sicurezza e l'ordine è il fatto che è rimasto appeso per tre giorni senza che ci siano stati danneggiamenti o dimostrazioni. E chi li avrebbe fatti. Gli ebrei? Volevo vedere se avvessero affisso un manifesto contro il terrorismo, come avrebbe reagito quella sottospecie di tribunale.
Cari saluti
Avraham
p.s. non ho visto il manifesto. Se lo trovo ve lo mando
Ecco il pezzo del CORRIERE DEL TICINO:
Le Ferrovie federali hanno violato il diritto alla libertà d'espressione vietando l'affissione nella stazione centrale di Zurigo di un manifesto filopalestinese, critico verso Israele. Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo federale (TAF), che ha annullato il veto. Le FFS possono ancora ricorrere al Tribunale federale di Losanna entro 30 giorni.
Il manifesto era stato affisso a fine marzo 2009 dall'impresa specializzata SGA. Tre giorni più tardi le FFS l'avevano rimosso dopo essere state rese attente al suo contenuto politico: il manifesto, critico verso la politica di colonizzazione perseguita da Israele, rimproverava allo Stato ebraico di essersi «costruito con la violenza sul suolo palestinese» e si appellava alla «resistenza» per rispondere a questa «ingiustizia».
A seguito di un ricorso, il TAF ha annullato il veto delle FFS e ha ingiunto all'ex regia federale di autorizzare l'affissione del manifesto, opera dell'Aktion Palästina Solidarität, un gruppo svizzerotedesco di militanti filopalestinesi. Secondo il tribunale le Ferrovie non hanno rispettato la libertà di espressione garantita dalla Costituzione federale.
Le FFS si sono giustificate invocando un regolamento interno che esclude l'affissione di pubblicità o messaggi che facciano riferimento «a temi scottanti della politica internazionale». Tuttavia secondo il TAF gli spazi nelle stazioni sono indispensabili per lo scambio di informazioni; il regolamento è troppo restrittivo.
Per il TAF una misura meno drastica e più adeguata sarebbe quella di sottoporre ad autorizzazione i manifesti con opinioni che potrebbero mettere in pericolo in modo medio o grave la sicurezza pubblica o il normale svolgimento del traffico nella stazione. Non era però questo il caso: il manifesto è discreto e non contiene immagini vistose o scioccanti.
Il tono del testo è piuttosto combattivo ma non può essere interpretato come un appello alla violenza o ad altri atti illegali. Resistenza non significa automaticamente violenza e il manifesto non invitava neppure ad azioni concrete.
A dimostrare che il cartellone non costituiva un pericolo per la sicurezza e l'ordine è il fatto che è rimasto appeso per tre giorni senza che ci siano stati danneggiamenti o dimostrazioni. E neppure la circolazione all'interno della stazione è stata disturbata.