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Informazione Corretta Rassegna Stampa
13.04.2011 Anche dietro l’attentato a Giovanni Paolo II c’era il terrorismo islamico
analisi di Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 13 aprile 2011
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «Anche dietro l’attentato a Giovanni Paolo II, c’era il terrorismo islamico»

Anche dietro l’attentato a Giovanni Paolo II, c’era il terrorismo islamico
di Piera Prister


Piera Prister

E cosi’ un altro ex capo di stato, il generale polacco, Wojciech Jaruzelski,  s’aggiunge alle testimonianze eccellenti degli uomini di potere che ultimamente  hanno rivelato che erano i terroristi islamici gli autori di tante stragi irrisolte in Europa. Lo stesso in una intervista recente a ”Jesus“, una rivista cattolica, dice: “The Islamic  trail would seem the most logical” (La pista islamica sembrerebbe la piu’ logica). Ma era gia’ chiaro trenta anni fa che dietro l’attentato al papa ci fosse una regia islamica, solo che depistarono artatamente le indagini su altre piste, quella sovietica e quella bulgara, sempre per ingannare l’opinione pubblica e fare opera di cover-up dei mandanti. Gia’ a quell’epoca, Ali Agca si presentava con tutte le caratteristiche del sicario islamico indottrinato, con precedenti penali, in un periodo come gli anni ottanta, fitto di stragi firmate inequivocabilmente da terroristi islamici, una dopo l’altra.  Ma, hush, hush –zitti, zitti- guai a parlarne quando tutto era avvolto nel segreto di stato e si poteva essere oggetto di un’aggressione fisica oltre che verbale.

 E adesso, proprio alla vigilia della canonizzazione di Giovanni Paolo II, prevista per il primo maggio a Roma, il gen. Jaruzelski parla della pista islamica nel tentato assassinio del papa,  ed esprime il suo rammarico per non poter partecipare alle celebrazioni  in suo onore perche’ molto malato, pare di un male incurabile.

 Tempi di confessioni  quelli che corrono! La situazione sembra precipitare con colpi di scena inaspettati, prima Cossiga, poi Abu Sharif che hanno confessato pubblicamente, dal Corriere della Sera, ed ora Jaruzelski. Dopo trent’anni  la verita’ rimonta ed emerge dalla marea in cui fu sommersa e, aggiungendo una tessera all’altra, ne viene fuori un mosaico completo. Meglio tardi che mai! Trenta anni sono un periodo assai lungo, in cui i media e i giornali ci hanno ripetuto a tamburo battente, un cumulo di menzogne a destra e a manca, che quelle fossero stragi neofasciste e che Ali Agca fosse un cane sciolto. Trenta anni in cui la democrazia invece di crescere s’e’ indebolita, con i governanti della Prima Repubblica che ci hanno trattato come un popolo bove, altro che popolo sovrano, quei falsari e ladri di verita’avevano firmato il patto di non aggressione con i terroristi islamo-palestinesi, il Lodo Moro, passavano le veline ai giornali  e alle stazioni televisive, creando un clima di alta tensione fra opposti estremismi politici, in cui i terroristi poi, ebbero licenza di uccidere, avendo soprattutto l’Italia nel mirino dove si sono verificate il maggior numero di stragi. Era anche segno di democrazia debole , l’avere sempre governi traballanti che non facevano in tempo a formarsi che gia’ cadevano. Fino a che non si e’ formata la benemerita Commissione Mitrokhin nel 2002 -che era il fiore all’occhiello del primo governo Berlusconi- sotto la presidenza del tanto osteggiato senatore Guzzanti, che ha indagato anche sull’attentato al papa.

Dopo le rivelazioni di Francesco Cossiga confermate da Abu Sharif, sulla bomba palestinese alla stazione di Bologna, da ascriversi ai terroristi palestinesi, che causo’ una strage di 85 morti e centinaia di feriti, e sul ritiro concertato delle volanti di polizia dal Ghetto di Roma, quando il governo in modo satanico, vendette ai terroristi palestinesi l’incolumita’ degli ebrei, come se non fossero italiani, dando loro in pasto altre vittime -il piccolo Stefano Tache’ e un centinaio di feriti- ecco che arriva la dichiarazione del generale Jaruzelski, ex primo ministro ed  ex segretario del partito comunista polacco che, in un’intervista a “Jesus”, sostiene  che c’era il terrorismo islamico dietro il tentato assassinio di  Giovanni Paolo II, nella piazza di San Pietro a Roma, il 13 maggio 1981. Quel giorno il papa fu colpito quasi mortalmente da quattro colpi sparati da Ali Agca, di nazionalita’ turca, di cui ora si conoscono piu’ notizie di quante non se ne  sapessero 30 anni fa. Cioe’ che fosse di ritorno da un viaggio a Teheran di tre mesi, che fosse un cecchino ben addestrato ad uccidere,  e che fosse finanziato profumatamente.  Infatti, uscito di galera pare che abbia pernottato in un albergo a cinque stelle. Il giorno dell’attentato, Ali Agca, indossava una camicia bianca e secondo la perquisizione corporale, successiva al suo arresto, risulto’ essersi rasato tutta la zona pubica, come fanno i terroristi islamici, seguendo il rituale dei “martiri”, come si legge dalle pagine dell’ articolo sul Corriere della Sera di M. Antonietta Calabrò del 7 aprile.  E’ chiaro quindi  che fosse stato indottrinato all’Islam radicale.

  Nei mesi di soggiorno di Ali Agca in Iran, Khomeini era appena ritornato in patria dal suo esilio in Francia, subito dopo la rivoluzione islamica del ’79 che detronizzo’ lo Shah Reza Palevi che invece cercava di trasformare il paese in uno stato moderno, aperto alla cultura occidentale e ricco di professionisti, tra i quali moltissime erano donne. Khomeini assumendo i pieni poteri, lo fece invece ripiombare indietro in un governo islamico integralista, omofobo e misogino. E’utile aggiungere, per spiegare meglio l’evolversi degli eventi, che Khomeini aveva gia’ scritto un libro intitolato, “Islamic Government” considerato il suo Mein Kampft , in Persiano e tradotto in Arabo, che nessuno tra i moltissimi intellettuali che lo sostenevano in Occidente, si prese la briga di leggerselo, almeno per rendersi conto e capire chi fosse in realta’ il tanto acclamato autore. Cosi’ come fece Bernard Lewis, il grande studioso di Islamistica -che invece lo lesse, nella biblioteca della sua universita’ di Princeton- come lo stesso ha rivelato nelle sue due interviste recenti al Jerusalem Post e al W.S. Journal.

L’attentato a Giovanni Paolo II, avvenne nel 1981 un anno dopo le stragi di Ustica e di Bologna del 1980, un anno prima di quella alla Sinagoga di Roma del 1982 e durante la guerra del Libano, dove trovarono la morte i due giornalisti italiani, Graziella de Palo e Italo Toni (Cfr. Jewish Public Affairs, Ephraim Nissan, The Paradox of the Italian Jewish Experience) in un crescendo di delitti che culminarono nell’attentato al papa. Sino in Vaticano s’era spinto il terrorismo islamico!

Ma  a rigor di logica gia’ da tempo avrebbero dovuto scartare le altre due piste, sovietica e bulgara, su cui avevano ricamato i media e anche le toghe politicizzate del tempo, nel loro tentativo di depistare le indagini ed insabbiare le prove, per coprire i misfatti dei terroristi islamici che, proprio dagli anni ’70, e nei primi anni ‘80, hanno segnato lo zenit della loro rabbia assassina in Europa e soprattutto in Italia. (Consultare Wikipedia in Inglese riguardo la strage del treno Italicus, del 4 agosto 1974, su cui viaggiava  Aldo Moro e da cui poi fu fatto scendere, prima dell’esplosione, fatto confermato anche da sua figlia). E’ chiaro che erano loro che scorribandavano in Europa, in combutta con i terroristi locali, brigatisti rossi e terroristi tedeschi,  spalleggiati da connivenze ed omerta’ dei vari governi, sin dall’assassinio degli atleti israeliani di Monaco; le molte stragi in Italia tra cui quelle falsamente attribuite ai neofascisti: Bologna, Italicus e Treno di Natale; fino alle bombe ai treni di Madrid e alla metropolitana di Londra.  Tutti in ginocchio,  tranne la  Golda Meir che fu l’unico capo di stato che non volle trattare con loro, e fece bene. Mentre tutti gli altri leader europei trattarono e ci persero l’onore e la reputazione, oltre a un gran numero di vite umane.

Ma ritorniamo all’ultimo leader comunista polacco Jaruzelski -che era al potere in Polonia quando essa faceva parte dei paesi dell’Est,  aderenti al Patto di Varsavia-  gia’ perche’ proprio adesso parla di pista islamica?

1) Prima,per scagionare l’Urss, perche’ in tutti questi fatti e misfatti ci doveva pur esserci la  regia dell’Unione Sovietica, visto che le armi che arrivavano in Italia dal Libano, per rifornire i terroristi nostrani e quelli islamici erano di fabbricazione sovietica. E di fabbricazione sovietica era pure quel missile che a Ostia, il 5 settembre 1973, stragisti rossi e stragisti palestinesi avevano puntato contro l’aereo dell’El Al che doveva portare a Roma il PM israeliano Golda Meir, per abbatterlo.

2) Poi, in secondo luogo per scagionare se stesso, essendo caduto in disgrazia della storia, per aver imposto  la legge marziale in Polonia il 13 novembre 1980 che segno’ l’inizio della sua dittatura e il suo pugno di ferro contro il movimento democratico di Solidarnosc di Lech Walesa. E non a caso, proprio Giovanni Paolo II, il papa che avevano cercato d’assassinare, ora ritorna alla ribalta internazionale, perche’s’approssima ad essere beatificato a Roma, era polacco e assai caro a Solidarnosc e ai Polacchi tutti.

3) In terzo luogo, va messo in risalto a sua infamia, che sempre lui, Jaruzelski, come ministro della  Difesa negli anni sessanta, partecipo’ ad una campagna antisemitica nell’esercito polacco, durante la quale piu’ di 1000 ufficiali ebrei furono degradati dai ranghi ed espulsi.

4) In ultimo, occhio alle date, nel 1980 era in corso la guerra in Libano contro Israele, dove combattevano i Fedayin di Arafat, e dove anche l’Urss aveva un ruolo importante nel sostenere i paesi canaglia. E’ chiaro che il governo cattocomunista italiano e i servizi segreti di Sismi e Sisde dell’epoca avessero, proprio in base al Lodo Moro o patto di non belligeranza, il canale con cui comunicare con i terroristi arabo-musulmani. Ma ora stiamo in una situazione di stallo, perche’ non si possono subito aprire gli archivi dei servizi segreti italiani?  Tanto piu’ che il segreto di stato e’ incostituzionale  se e’ in conflitto con la sua stessa sicurezza e con quella dei suoi cittadini. (Legge 801 del 1977: In nessun modo possono essere oggetto di segreto di stato, fatti eversivi dell’ordine costituzionale). Che cosa si aspetta, e’ ancora in vigore il Lodo Moro che secondo Francesco Cossiga, non e’ stato mai rescisso? Forse pende sull’Italia un’altra minaccia?

Intanto adesso spetta a lui, al gen. Jaruldeski, di sputare l’osso e di dire tutta la verita’sull’attentato al papa. Cos’altro ha da dirci circa le connivenze del mondo comunista con i terroristi islamici?

 Piera Prister Bracaglia Morante

N.B. Leggere l’interessante articolo di Luciano Tas su Informazione Corretta, riguardo a quello che avvenne in Italia dopo la caduta del Fascismo, con il governo del gen. Badoglio. Sulla base di documenti emersi dagli archivi militari, molti ufficiali ebrei dell’esercito italiano, espulsi in seguito alle Leggi Razziali del 1938, fecero domanda per poter essere reintegrati nelle fila dell’esercito italiano per combattere il nazifascismo.  Da notare la connessione con la Polonia comunista e con l’epurazione ebraica operata sotto Jaruzelski, antisemiti non erano soltanto i nazifascisti!


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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