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La Stampa Rassegna Stampa
11.04.2011 Hezbollah si è riarmato. A che cos'è servita la missione Unifil ?
Il suo scopo- fallito -era impedire l'entrata illegale di armi

Testata: La Stampa
Data: 11 aprile 2011
Pagina: 4
Autore: Rosaria Talarico
Titolo: «Unifil, trent’anni dimissione di pace in Medio Oriente»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 11/04/2011, a pag. 4, l'articolo di Rosaria Talarico dal titolo " Unifil, trent’anni di missione di pace in Medio Oriente".

Come scrive Talarico, il compito della missione Unifil era quello di "garantire che l'area a sud del fiume Litani sia sgombra da armi ". Visto l'afflusso di armi da Siria e Iran per Hezbollah, non si può sostenere che la missione sia stata compiuta.
A che cosa serve il contingente Unifil se non svolge nemmeno il suo compito primario ?
Ecco l'articolo:

La presenzamilitare dell' Italia in Libano risale agli anniOttanta con gli elicotteri di Italair, nucleo storico che rappresenta la più antica missione italiana all'estero. Rispetto a un anno fa il numero di soldati italiani è calato dimolte unità, passando da 2500 a 1780 militari. La riduzione è stata in parte dovuta all'avvicendamento al comando dellamissioneUnifil (United nations interimforce in Lebanon), trasferito dall'Italia alla Spagna: il generale Alberto Asarta lo scorso anno ha preso il posto del generale Claudio Graziano, a cui l'Onu aveva prolungato il mandatoper ben tre volte. Unifil è lamissione Onu nata trent'anni fa, dopo la guerra del 1982, con lo scopo di far cessare le ostilità tra Israele e Libano ed ha ripreso vigore dopo l’invasione del 2006 da parte di Israele per fermare le ostilità da parte degli Hezbollah. Sono 29 le nazioni che vi partecipano, tra cui la Tanzania, il Nepal, il Ghana e la Cina. Attualmente è presente in Libano la brigata «Pozzuolo del Friuli», a cui si avvicenderà a breve la brigataAosta di stanza in Sicilia. Il comandante del contingente nazionale e del settore ovest diUnifil è il generale di brigata Guglielmo Luigi Miglietta. Il comando ha sede nella base «Millevoi» di Shama (prima era a Tibnin), mentre altre unità di manovra italiane sono suddivise tra le basi diMa'Araka, AlMansuri, Zibqin, BayyadaheHariss. L'Italia ha rappresentato da anni il primo Paese contributore alla missione come numero di uomini. In totale Unifil conta oltre 12 mila militari impiegati nelle operazioni. La componente dell'aviazione dell'esercito italiano (la task force Italair, composta da elicotteriAB-212 e basata a Naqoura) è alle dipendenze dal Comandante diUnifil ed ha compiti di evacuazione sanitaria, ricognizione, ricerca e soccorso e collegamento. Il principale impegno della missione - così come previsto dalla risoluzioneOnu numero 1701 - è quello di garantire che l'area a sud del fiume Litani (una volta chiamato Leonte, da cui deriva il nome dato a tutte le missioni italiane che si sono succedute nell'area) sia sgombra da armi. Altro compito delicato è quello di posizionare i «blue pillar» che delimitano la «blue line», una linea di demarcazione (e non un confine vero e proprio) chedivide ilLibano da Israele. Nell'ultimo semestre sono state circa 20 mila le attività operative congiunte tra il contingente italiano e le forze armate libanesi. Mentre 465 sono i progetti di cooperazione civilemilitare (costruzione di ospedali, scuole e infrastrutture) realizzatidal 2006 ad oggi.

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