lunedi` 21 aprile 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
09.04.2011 Parole al vento, troppo facile
L'aria fritta di Cecilia Zecchinelli

Testata: Corriere della Sera
Data: 09 aprile 2011
Pagina: 58
Autore: Cecilia Zecchinelli
Titolo: «Curdi e Cristiani, Ebrei e Berberi, essere minoranza in tempi di rivolte»

Ci rendiamo conto che il giornalismo coraggioso, quello che non cucina aria fritta, attorcigliato al politicamente corretto, affezionato ai buoni sentimenti che tutto nascondono, non è cibo adatto ai nostri giornaloni.
Per questo non ci ha impressionato più di tanto il pezzo di Cecilia Zecchinelli sul CORRIERE della SERA di oggi, 09/04/2011, a pag.58, dal titolo " Curdi e Cristiani, Ebrei e Berberi, essere minoranza in tempi di rivolte ". A dire il vero si potevano includere i Copti,  i Curdi, gli Armeni, e chissà quanti altri, ma quello che colpisce nel ragionamento di Zecchinelli è l'attaccamento quasi morboso alla narrativa del dialogo,  definitivamente scalzata dalla realtà dei fatti. Certo, i vari Pizzaballa, Cardini, e tutta la coorte che ne condivide le opinioni, non pronunceranno mai la parola proibita, per loro il terrorismo islamico non esiste, e, se esistesse, non è altro che 'resistenza' all'oppressione del colonialismo occidentale. Andando avanto così, alla cieca, ci ritroveremo entro breve a doverci porre diverse domande, piuttosto sgradevoli, e le Zecchinelli di tutto grideranno 'ma come abbiamo fatto a non accorgercene in tempo' , già, come abbiamo fatto, sentendo solo i vari Pizzaballa, Cardini, Charitas, Sant'Egidio, e compagnia cantante, così abbiamo fatto.
Ecco il pezzo:

 
Cecilia Zecchinelli

Dove lo slogan delle rivoluzioni si è già realizzato, in Tunisia e in Egitto. E dove «il popolo vuole la caduta del regime» è ancora un sogno. Ovunque sulla riva Sud del Mediterraneo la questione delle minoranze è esplosa, insieme alla voglia generale ed esplicita di democrazia. Dai berberi del Maghreb ai curdi del Mashreq, dai copti d’Egitto agli armeni in Turchia: etnico linguistiche o religiose che siano, le comunità minoritarie sono state e restano oppresse dai regimi, spesso ignorate dall’Occidente. Ora, con il risveglio delle società civili, anche le loro voci sono più alte. E arrivano alla riva Nord del Mare Nostrum: a Torino, nell’appassionata conferenza organizzata dal Centro italiano per la pace in Medio Oriente, rappresentanti di molte minoranze hanno confrontato percorsi di discriminazione, come quello degli arabi israeliani illustrato da Yousef Jabareen direttore del centro studi Dirasat di Nazareth, o quello dei cristiani in Medio Oriente raccontato dal Custode di Terra Santa frate Pierbattista Pizzaballa. Hanno spiegato le loro conquiste, perché qualcuna c’è stata, come la nuova solidarietà tra cristiani e musulmani egiziani uniti a pregare in piazza Tahrir, o i recenti riconoscimenti culturali di Algeri ai berberi della Kebilia. Hanno insistito tutti, pur nelle differenze, sull’obiettivo: piena cittadinanza e riconoscimento dei diritti. Non con l’assimilazione del modello francese, che nega in sostanza le differenze, né con il multiculturalismo all’inglese, che le differenze invece sottolinea. Ma con un dialogo interculturale nella democrazia. Il caso della minoranza italiana in Alto Adige è significativo, impossibile da replicare oggi altrove, e forse nella stessa Italia del 2011. Ma un esempio importante anche per l’Europa, che di minoranze ne ha molte: dalla Spagna al Belgio, dagli ebrei ai musulmani. «Nel Mediterraneo, il continente liquido come lo chiamava Braudel, non ci sono scontri di civiltà ma una Storia che ci unisce e tutti dovremmo conoscere meglio, che continua a cambiare» , ha detto lo storico Franco Cardini. «Oggi la grande sfida comune è la globalizzazione. La si vincerà anche liberando, finalmente, le minoranze»

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante.


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT