Trovo incredibile che dopo quanto emerso su Avvenire e su L'Osservatore Romano ( e non da oggi), in fatto di aiuti sostanziali non solo agli ebrei, ma al maggior numero possibile di perseguitati, continua l'accanimento cieco e sovraccarico di rancore contro papa Pacelli.
Se lui avesse parlato sarebbe bastato un solo carro armato tedesco (c'era Roma occupata e questo valeva per tutti) a entrare in Vaticano e le rappresaglie si sarebbero scatenate ovunque ci fosse stata una chiesa o un convento. E gli scampati ebrei (e non) sarebbero stati molti di meno. "La guerra non si fa coi manici di scopa", diceva nei giorni dell'occupazione, un prelato romano impegnato nella strategia di aiuti VOLUTA da Pio XII. Per agire occorrevano accortezza e diplomazia.. Sono certa che se il papa avesse parlato, oggi voi che ora lo accusate di aver taciuto, lo accusereste di essere stato imprudente e avventato e direste che avrebbe fatto meglio ad agire di più e a parlare di meno.... Voi siete giovani e certo avete dimenticato quanto gli ebrei romani venerassero Papa Pacelli prima che cominciasse la campagna denigratoria iniziata con Il Vicario di Hochhuth. Leggetevi il diario di Adriano Ossicini o il libro d i Riccardi sull'"Inverno più lungo" . E siate meno rancorosi e più caritatevoli, se ne siete capaci...
Elide Parisi
Pubblichiamo, e dissentiamo. Le ragioni le trova in moltissimi articoli pubblicati su IC, consulti il nostro archivio (vada in Home Page e scriva pio xii nella finestra 'cerca nel sito' in alto a sinistra).
Il comportamento di Papa Pacelli è macchiato indelebilemente, non ci sono nè Ossicini nè Riccardi che bastino a cambiare la storia. Può dispiacere a molti cattolici, ma la storia è quella, non l'altra, che ci raccontano Avvenire e Osservatore.
Cordiali saluti,
IC redazione