Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 07/04/2011, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo "Strage di Itamar, l'ambiguità dell'Anp e dei preti cristiani".
Dimitri Buffa, la famiglia Fogel, massacrata da terroristi palestinesi
C’è una strana consonanza tra le parole di “esecrazione” della strage di Itamar da parte degli esponenti dell’Autorità nazionale palestinese e quelle di alcuni preti cristiani come don Mario Cornioli. E tale consonanza sta nell’ambiguità di quella formula che suona così: “condanniamo sì..ma non possono essere stati i palestinesi”. Che ha anche una variante che più o meno recita: “condanniamo sì, ma i coloni israeliani se la sono cercata.”
Frasi che in Italia conosciamo bene sin dai tempi delle “sedicenti Brigate Rosse”. Passano invece in secondo piano i terroristi che hanno ucciso nel sonno un’intera famiglia a Itamar, quella dei Fogel, tra cui un bambino di tre anni e un neonato di tre mesi.
La cosa migliore quindi, è fare parlare i protagonisti di tali prese di posizione del “sì..ma..” con le loro stesse parole.
Cominciamo dall’agenzia ufficiale palestinese Wafa che il 12 marzo scorso, all’indomani del ritrovamento dei cadaveri commentava così:
“Il presidente della AP, Mahmoud ‘Abbas, ha condannato l’assassinio assieme a “tutte le violenze contro i civili”, sottolineando che la violenza porta ad altra violenza e che quello di cui c’è bisogno è una soluzione del conflitto che sia giusta ed onnicomprensiva. Il primo ministro della AP, Salam Fayyad, ha affermato: “Non deve esserci alcun dubbio circa la nostra posizione sulla violenza. Noi vi siamo totalmente opposti… e la condanniamo.” Ha chiarito che stava dicendo questo nel contesto dell’assassinio di Itamar, nello stesso modo in cui, in passato, aveva parlato della violenza contro il suo stesso popolo..”
Meno diplomatico, nella sua nefandezza, il direttore del giornale della AP “Al-Hayat Al-Jadida”, Hafez Al-Barghouti, che ha scritto:
“Io non credo che l’incidente di Itamar sia un atto di resistenza, ma piuttosto un atto eseguito da individui, ed è un atto che denunciamo e che è stato eseguito senza dubbio da palestinesi. Accoltellare dei bambini nel sonno non è un’impresa eroica, ma l’atto di una persona senza cuore, come quella, simile, dei soldati e dei coloni dell’occupazione che uccidono dei bambini… I veri assassini di Itamar sono i coloni estremisti e chiunque abbia dato fuoco ad un albero, attaccato il cimitero di ‘Awarta, espulso i residenti di Khirbat Yanoun, confiscato un pezzo della loro terra e saccheggiato un raccolto di olive… L’operazione di Itamar è stato un messaggio all’occupazione ed al mondo… il cui significato è chiaro l’occupazione se ne deve andare.”
‘Adli Sadeq, un alto funzionario del ministero degli affari esteri palestinese, e giornalista del quotidiano della ANP “Al-Hayat Al-Jadida” il 13 marzo 2011 ha denunciato anche lui l’assassinio di bambini israeliani sia per motivi morali sia per avere danneggiato i palestinesi nella loro lotta contro l’occupazione. Poi però ha affermato che, “dal momento che gli israeliani avevano condotto l’assassinio organizzato di bambini palestinesi, era il governo israeliano ad essere in ultima analisi il responsabile per l’attacco di Itamar”.
Vediamo adesso le incredibili parole del blog di don Mario Cornioli, “Abuna” (cioè “nostro padre” in arabo, ndr) Mario, uno di quei preti cristiani sempre in prima linea contro “l’occupazione” israeliana. Il post già dal titolo è tutto un programma: “Cosa è Itamar?”
Risposta? “Che domanda difficile…la ripeto : cosa è Itamar prima di tutto? Ve lo dico io : è un insediamento illegale costruito su terra rubata ai Palestinesi.”
Poi il “ragionamento” giustificatorio: “E’ importante usare una cartina per capire quello che è successo stanotte. Condanniamo l’uccisione della famiglia ma nello stesso tempo non possiamo non condannare le case bruciate, gli ulivi tagliati, i negozi distrutti e i feriti degli attacchi iniziati il 28 febbraio e proseguiti fino a questi giorni sempre nella zona di Nablus, ad opera dei coloni…Non possiamo non condannare anche l’Occupazione che prosegue senza sosta da anni e anni e la costruzione di nuovi insediamenti…”
Infine le supposizioni all’insegna del “se lo sono fatti da soli l’attentato”.
“Come mi faceva notare un caro confratello che è nato in quelle zone vicino a Nablus – si legge nel blog - la colonia di Itamar è sicuramente ben fortificata e ben protetta essendo costruita in mezzo ai Territori Occupati, in un posto molto rischioso per chi decide di andarci a vivere, dato che sei proprio dentro la casa dei palestinesi…ed allora nasce spontanea qualche domanda : come è potuto passare/entrare colui che ha trucidato questa povera famiglia ? Come ha potuto coincidere il malfunzionamento del sistema di allarme proprio con il momento in cui è passato l’assassino ?”
Per essere un prete cristiano don Mario qui dimostra meno pietà persino dei dirigenti dell’Anp verso quelle vite spezzate.
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