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Il Manifesto Rassegna Stampa
07.04.2011 E' Goldstone ad aver diffamato Israele col suo rapporto, non il contrario
Ma al quotidiano di Rocca Cannuccia interessa la realtà ?

Testata: Il Manifesto
Data: 07 aprile 2011
Pagina: 8
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Non imparziali le indagini dell’esercito israeliano»

Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 07/04/2011, a pag. 8, l'articolo di Michele Giorgio dal titolo "Non imparziali le indagini dell’esercito israeliano".


Ilan Pappe       Richard Goldstone

Nei giorni scorsi abbiamo criticato Il Manifesto per non aver diffuso la notizia della smentita di Richard Goldstone.
Registriamo che Repubblica, Unità, Sole 24 Ore e Messaggero continuano a tacere.
Notiamo, comunque, che il quotidiano di Rocca Cannuccia ha deciso di diffondere la notizia solo quando Goldstone ha chiarito di non voler chiedere che il suo rapporto venga annullato.
Giorgio non può negare quanto ha dichiarato Goldstone, allora si spinge a trovare una giustificazione diversa da quella dell'evidenza dei fatti, citando il commento di Ilan Pappe, in prima linea nell'odio e nella propaganda contro Israele : "
l’inversione a «U» di Goldstone non è avvenuta sulla base di una valutazione nuova e arricchita dalla disponibilità di maggiori informazioni - come ha sostenuto il giudice sul WP - ma a causa «di un’intensa campagna di intimidazioni e di diffamazioni contro Goldstone (di origine ebraica, ndr)come quella che in passato ha demolito gente potente come il senatore Usa William Fulbright, distrutto per il suo coraggioso tentativo di divulgare i rapporti illegali della (lobby filo-israeliana) Aipac con lo Stato di Israele». ". Non è Israele ad aver diffamato Goldstone, ma il contrario. E non c'è stata nessuna campagna di intimidazione. Respingere il rapporto e definirlo per ciò che è, e cioè sbilanciato contro Israele, non significa diffamare il suo autore.
La parentesi aggiunta da Michele Giorgio a 'spiegazione' del commento di Ilan Pappe diffonde la solita litania antisemita della lobby ebraica in grado di controllare il mondo, tanto potente da poter indurre Goldstone a ritrattare alcune delle parti del suo rapporto.
Il titolo, poi, non ha nulla a che vedere con quanto ha dichiarato Goldstone, rispecchia semplicemente l'opinione del quotidiano di Rocca Cannuccia su Israele.
Ecco l'articolo:

Il giudice Richard Goldstone nega di voler chiedere l’annullamento del suo rapporto sull’offensiva «Piombo fuso» lanciata da Israele contro Gaza alla fine del 2008 e di voler dare un seguito pratico all’articolo, scritto per il Washington Post, nel quale ha negato l’intenzionalità delle Forze Armate israeliane nel colpire i civili palestinesi. Ma il suo passo - una «ritrattazione» secondo Israele - sta avendo importanti riflessi politici e ha dato il via ad un intenso dibattito. Le reazioni non si contano mentre la diplomazia israeliana è al lavoro presso i governi amici per far chiudere nel cassetto le critiche internazionali che vennero rivolte a Tel Aviv dopo la pubblicazione del Rapporto Goldstone, risultato di un’inchiesta svolta su incarico delle Nazioni Unite. È intervenuto, tra gli altri, il professore ebreo israeliano Ilan Pappe, docente all’Università di Exeter, per rimarcare che l’inversione a «U» di Goldstone non è avvenuta sulla base di una valutazione nuova e arricchita dalla disponibilità di maggiori informazioni - come ha sostenuto il giudice sul WP - ma a causa «di un’intensa campagna di intimidazioni e di diffamazioni contro Goldstone (di origine ebraica, ndr), come quella che in passato ha demolito gente potente come il senatore Usa William Fulbright, distrutto per il suo coraggioso tentativo di divulgare i rapporti illegali della (lobby filo-israeliana) Aipac con lo Stato di Israele». Pappe e diversi esperti criticano in particolare lo sdoganamento fatto da Goldstone delle inchieste militari israeliane. «Fu lo stesso Comitato d’indagine a scrivere che l’inchiesta deve essere condotta da un organo davvero indipendente, dato l’intrinseco conflitto inerente ad un poteremilitare che esamina il suo stesso ruolo nel progettare ed eseguire Operazione Piombo Fuso», ricorda Chantal Meloni, ricercatrice di diritto penale presso l’Università degli Studi di Milano che ha lavorato al Centro per i Diritti Umani di Gaza. «Che il sistema giudiziario israeliano - conclude Meloni - non garantisca la conduzione di effettive indagini nei confronti dei presunti gravi crimini commessi dall’esercito è stato del resto già molte volte denunciato tanto a livello di organizzazioni internazionali indipendenti che di organizzazioni per i diritti umani israeliane e palestinesi».

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