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L'ignoranza, o peggio, del docente di islamistica 06/04/2011

Copia di e-mail inviata al Corriere dela Sera:

 Oggetto: FW: Per il professor Roberto Tottoli - cc al Direttore De Bortoli

Gentile professor Roberto Tottoli,
ho letto con attenzione mista a stupore - per non dire sgomento - il suo articolo pubblicato sul Corriere di lunedì 4 aprile. Le dico subito la ragione del mio stupore: essendo lei docente di islamistica all’Università di Napoli L’Orientale, non può non sapere che Gerusalemme non è mai nominata nel Corano. Di conseguenza le sue parole, che qui riporto: “Chiedono, i musulmani, che sia riconosciuto loro il diritto di celebrare nei propri luoghi il ricordo di quel che fu Gerusalemme per Maometto e la storia del primo Islam” appaiono prive di ogni fondamento storico, logico, culturale e religioso. Tra l’altro lei non può ignorare che lo Stato di Israele permette ai fedeli di tutte le religioni di celebrare i loro riti in piena autonomia e libertà. Altrettanto grave appare la sua affermazione secondo la quale si dovrebbe chiedere ai giovani israeliani “di ricondurre la sacralità connessa al Tempio nella sua reale dimensione storica, tralasciando campagne archeologiche che vanno a caccia di luoghi sacri per poter dimostrare una primogenitura sulle pietre”; essendo lei un docente di materie letterarie non può infatti disconoscere l’importanza dell’archeologia nella cultura dell’uomo. E’ ben vero che in alcuni ambienti questa cultura è rifiutata (si veda ad esempio l’accanimento dei talebani contro le due statue ricavate nella roccia e rappresentanti Buddha, e contro tanti altri monumenti, testimonianze di culture non islamiche, fatti di pietra), ma ritengo che nelle nostre Università (lo dico perché lei è un docente) e nei nostri media sia doveroso avere rispetto per il passato di ogni cultura. Sarebbe stato piuttosto doveroso, da parte sua, biasimare l’autorità religiosa islamica di Gerusalemme che butta nelle discariche il materiale di scavo contenente resti risalenti al periodo del Tempio israelita. Infine mi permetta un’ultima osservazione: lei scrive che “i governi israeliani sono retorici dietro la mobilitazione continua in nome della sicurezza, forse comprensibile trent’anni fa”, mostrando loro, in questo, “un cinismo non inferiore alla crudeltà dei regimi circostanti”; se pensasse agli oltre 10.000 missili e razzi sparati dove vivono civili israeliani negli ultimissimi anni, se pensasse ai recenti episodi come l’eccidio di 5 membri della famiglia Fogel e la bomba esplosa alla stazione dei bus di Gerusalemme, per non parlare delle altre migliaia di attentati terroristici, con ben oltre mille morti israeliani, negli ultimi trent'anni, credo che dovrebbe evitare di scrivere tali parole così prive del più elementare rispetto nei confronti delle vittime di un bestiale terrorismo. Distinti saluti
Emanuel Segre Amar


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