Se i grandi soldati palestinesi si sparano sui piedi, la colpa naturalmente è di Israele
Cari amici,
siete filopalestinesi? Molto filopalestinesi? Cioè interessati alla buona salute fisica e mentale di questa popolazione? Anch'io, dico sul serio. Mi piacerebbe che vivessero in pace, che prosperassero culturalmente ed economicamente, che non avessero più lutti da lamentare. Ma è complicato. Vi racconto un paio di storie per mostravelo.
Alle 14.30 circa di martedì 29 marzo 2011 un proiettile è esploso in una casa appartenente a Ahmed Kheir al-Batsh, 62 anni, nel quartiere al-Salam di Jabalia, nel nord della striscia di Gaza. Hanin Khalil al-Batsh, 22 anni, ha subito ferite da schegge in tutto il corpo. Anche suo figlio Ashour al-Batsh è stato ferito alla schiena, al collo e alla testa. Anche il suo vicino Johar al-Batsh, 35 anni, è rimasto seriamente ferito. Il proiettile era penetrato dalla finestra di una stanza situata sul lato ovest del secondo piano della casa ed è esploso sulla parete nord della stanza, causando un grosso buco. Crimini dei colonialisti sionisti, direte voi. Capisco. Ma si dà il caso che esattamente a sudovest della casa di Al-Batsch c'è un covo terrorista, pardon una sede delle nobili forze armate della resistenza, e il proiettile è partito di lì.
Un paio di giorni prima, esattamente alle 13.30 di sbato 26 marzo, un incidente del genere era accaduto nella fabbrica di bevande gasate della Murtaja Company nel quartiere al-Zaytoon ad est di Gaza City. Questa volta, solo danni materiali. Tre feriti, di cui uno grave invece nel bombardamento involontario della segheria della Bseiso and Alami Industry and Trade Company, sempre ad al-Zaytoon: Khaled Mazen Hamada, Adel Ibrahim al-Nemnem e Zaher Zuheir Tafesh. (http://elderofziyon.blogspot.com/2011/03/3-qassams-fell-short-in-week-injuring.html)
Ma che importanza hanno questi incidenti, direte voi, mentre le terribile forze sioniste colonialiste costruiscono serre, giardini e balconi nelle "colonie", e perfino alcune decine di appartamenti in quel quartiere di Gerusalemme che si chiama Gilo, dove i cecchini palestinesi si sono divertiti tanto a sparare fino a che fu costruito l'orribile muro che sottraeva loro i bersagli (umani); il tutto col risultato di "divorare" a quattro palmenti la terra araba, che come tutti sanno è molto gustosa coi felafel, rubati agli arabi anch'essi. Eh già. Giusto. Come si fa a indignarsi per i danni autoinflitti quando l'imperialismo incombe? Lo sanno bene tutti quelli che operano a Gaza. Tant'è vero che l'agenzia per i diritti umani in Palestina PCHR (c'è anche quella, naturalmente per lottare contro gli occupanti, non certo per occuparsi dell'oppressione palestinese ad opera di libanesi, giordani, siriani, kuwaitiani e soprattutto di altri palestinesi: http://www.pchrgaza.org/portal/en/) ha tratto da questi episodi le seguenti raccomandazioni:
1. chiedere rispettosamente al "governo di Gaza" (e già, c'è anche quello, che sta a un governo vero più o meno come il PCHR sta a una vera organizzazione che difende i diritti della gente) "di aprire una seria inchiesta sulle circostanze degli incidenti".
2. chiedere altrettanto rispettosamente ai membri della "resistenza" (che sta alla Resistenza vera come il PCHR...) di non immagazzinare esplosivi in luoghi abitati, "perché essi diventano più pericolosi a causa delle minacce pubbliche e continue imposte dall'occupazione" (come dire se i grandi soldati palestinesi si sparano sui piedi o tirano colpi di mortaio nelle case dei vicini, la colpa naturalmente è di Israele).
Una cosa il PCHR non ha suggerito: di smettere di preparare esplosivi, razzi e colpi di mortaio da sparare addosso ai civili israeliani, il che avrebbe anche l'effetto laterale di annullare gli incidenti sul lavoro dei terroristi. Ma questo, si sa non si può proprio pensare. Non vorrete mica lasciare i poveri palestinesi disarmati in bocca all'occupazione che ha evacuato Gaza sei anni fa e sarebbe felicissima di non occuparsene più? No, questo non è proprio possibile.
Ugo Volli
PS E a proposito di occupazione di Gaza, sapete la buona notizia? Che cosa ha promesso di fare El Baradei se lo eleggessero alla presidenza dell'Egitto (improbabile, perché è troppo laico per la fratellanza musulmana, ma non si sa mai): di aprire il confine di Rafah a tutti i traffici di Hamas, così i poveri terroristi non dovranno più rovinarsi la salute usando i tunnel per importare armi e l'Egitto potrà in cambio guadagnare un po' di soldi con i dazi. Geniale, non vi pare (http://www.julienews.it/notizia/dal-mondo/el-baradei-se-saro-eletto-apriro-il-valico-di-rafah-per-aiutare-i-palestinesi/71915_dal-mondo_1_1.html) ?