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La Stampa Rassegna Stampa
05.04.2011 Usa, corte militare per la mente dell'attentato dell'11 settembre
Cronaca di Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 05 aprile 2011
Pagina: 15
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «11 settembre, la Casa Bianca ci ripensa. Corte militare per la mente della strage»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 05/04/2011, a pag. 15, l'articolo di Francesco Semprini dal titolo "11 settembre, la Casa Bianca ci ripensa. Corte militare per la mente della strage".


Khaled Sheikh Mohammed

Khaled Sheikh Mohammed, la presunta mente degli attentati dell’11 settembre 2001, sarà processato da un tribunale militare. L’annuncio giunge dal ministro della Giustizia statunitense Eric Holder, secondo cui anche altri quattro esponenti legati ad Al Qaeda compariranno davanti alle commissioni militari, anziché essere giudicati da un tribunale civile come era stato precedentemente detto. «Le famiglie delle vittime degli attentati hanno atteso quasi un decennio per avere giustizia, non sono ammessi ulteriori ritardi», ha spiegato Holder nel corso di una conferenza stampa.

L’ufficio dell’Attorney General aveva chiesto a un tribunale civile di New York di ritirare la richiesta di processare per terrorismo i cinque sospettati di aver avuto un ruolo diretto nell’organizzazione degli attentati di Washington e New York. Holder, che ieri sera ha incontrato l’omologo italiano Angelino Alfano per discutere alcuni aspetti della cooperazione nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, ha tenuto a precisare come il «contesto» giuridico più appropriato per processare i terroristi fosse comunque a suo avviso un tribunale federale. La virata in corsa è stata dettata da vincoli di carattere legislativo, visto che «il governo aveva le mani legate» a causa delle restrizioni adottate lo scorso anno dal Congresso sui processi ai detenuti di Guantanamo.

Holder era stato l’alfiere della campagna dell’amministrazione Obama intenzionata a far giudicare Khaled Sheikh Mohammed da un tribunale civile. Decisione questa che nasceva dalla volontà di giungere in tempi brevi alla chiusura del carcere militare cubano. I propositi dell’amministrazione si sono però infranti sul muro di opposizioni dei repubblicani e di una parte dell’opinione pubblica che temeva ricadute pericolose in termini di sicurezza sul trasferimento dei detenuti entro i confini della nazione. Così non solo la prigione cubana è ancora operativa, ma le commissioni militari istituite da George W. Bush - e destinate sino a qualche tempo fa a essere smantellate - continuano a giudicare i detenuti di più alto profilo. Oltre a «KSM» compariranno davanti alla corte militare Walid bin Attash, Ramzi Binalshibh, Ali Abdul Aziz Ali e Mustafa Ahmed al Hawsawi, ovvero gli altri presunti architetti degli attentati di dieci anni fa. Questo tuttavia non cambia i piani su Gitmo, precisa Holder: «Siamo più che mai intenzionati a chiudere il carcere».

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