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La Stampa Rassegna Stampa
04.04.2011 Richard Goldstone smentisce il suo rapporto sulla guerra a Gaza
Commento di Fiamma Nirenstein, cronaca di Maurizio Molinari. Silenzio su quasi tutti i giornali, perchè?

Testata: La Stampa
Data: 04 aprile 2011
Pagina: 14
Autore: Fiamma Nirenstein - Maurizio Molinari
Titolo: «Vittoria della verità con retromarcia Goldstone su rapporto guerra Gaza - Goldstone ritratta su Gaza: Sbagliato il mio Rapporto»

Richard Goldstone ha smentito il suo rapporto sull'operazione Piombo Fuso.

Da parte nostra, modestamente, diamo un consiglio a Tzahal, alle forze di difesa di Israele e ai suoi responsabili degli affari giuridici. Le smentite già contano poco, ma quando si fanno devono essere velocissime, altrimenti non riparano il torto e la diffamazione commessa.
L'alto livello morale delle forze armate di Israele è da sempre riconosciuto da tutti, per cui il risultato dell'indagine era ovvio. Avere atteso quasi due anni devefare riflettere il governo israeliano sull'importanza della tempestività della comunicazione.
Visto che l'articolo del Washington Post con le dichiarazioni di Richard Goldstone è uscito venerdì, i media italiani avrebbero avuto tutto il tempo di diffondere la notizia, ma nessuno l'ha fatto tranne  la STAMPA e il CORRIERE della SERA. Francesco Battistini non poteva fare a meno di scrivere ciò che è successo, ma non ha perso l'occasione di sprizzare veleno contro Israele, riportando in fono al pezzo e senza commenti le dichiarazioni di Hamas e Anp : "
per Hamas è «una sorpresa»: «Ha ceduto alle pressioni della lobby sionista», liquidano i jihadisti. Concorda l'Autorità palestinese: «Si è ricreduto. E adesso? 1.400 vittime di quella guerra, 400 delle quali bambini, non possono finire nel dimenticatoio».".

Il GIORNALE - neanche una riga;
La REPUBBLICA - neanche una riga;
L'UNITA' - neanche una riga;
Il SOLE 24 ORE - neanche una riga;
Il MESSAGGERO - neanche una riga;

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 04/04/2011, a pag. 14, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Goldstone ritratta su Gaza: Sbagliato il mio Rapporto ".
Ecco il pezzo, preceduto dal comunicato di Fiamma Nirenstein dal titolo " Vittoria della verità con retromarcia Goldstone su rapporto guerra Gaza ".

Fiamma Nirenstein - " Vittoria della verità con retromarcia Goldstone su rapporto guerra Gaza "


Fiamma Nirenstein

"E' una vittoria della verità il fatto che il giudice Richard Goldstone abbia ritirato le accuse a Israele di crimini di guerra e contro l'umanità inserite nel rapporto della commissione d'inchiesta ONU che porta il suo nome. L'Operazione Piombo Fuso è stata un'operazione di difesa conseguente al lancio verso il territorio israeliano di oltre 6000 missili solo dal 2005, ovvero dal ritiro israeliano da Gaza, da parte dell'organizzazione terroristica integralista Hamas, che ha giurato la distruzione di Israele, come si può leggere tra l'altro nel suo statuto. Il parlamento italiano bene lo comprese già allora in una manifestazione di fronte a Montecitorio "con Israele, per la libertà, contro il terrorismoio", che si svolse proprio nei giorni della guerra. Sono fiera del fatto che l'Italia sin dall'inizio abbia votato contro l'adozione del Rapporto Goldstone sia da parte del Consiglio per i Diritti Umani, sia dell'Assemblea Generale ONU e anche di aver promosso la coscienza della verità con il convegno "Il rapporto Goldstone: un pericoloso fraintendimento", che abbiamo tenuto alla Camera nel gennaio 2010 e in cui sono intervenuti tra gli altri Laura Mirachian, l'Ambasciatore italiano presso l'ONU a Ginevra, Dore Gold, ex Ambasciatore israeliano presso l'ONU di New York, il Generale Giovanni Marizza, già vice comandante della forza multinazionale in Iraq.
L'incredibile leggerezza di Goldstone dovrebbe oggi essere rimediata con un'opera di verità da parte di tutti quanti ne hanno diffuso le perverse conclusioni smentite oggi da lui stesso".

www.fiammanirenstein.com

La STAMPA - Maurizio Molinari : " Goldstone ritratta su Gaza: Sbagliato il mio Rapporto "


Maurizio Molinari

Richard Goldstone fa mea culpa sul rapporto Onu che firmò, accusando Israele di crimini contro i civili a Gaza nell’operazione militare lanciata alla fine del 2008. E il premier Benjamin Netanyahu reagisce chiedendo al Palazzo di Vetro di «buttare quel documento nel cestino della Storia».

La ritrattazione del giudice sudafricano arriva sotto forma di un articolo pubblicato dal Washington Post nel quale scrive: «Oggi sappiamo molto di più su quanto avvenne nella guerra di Gaza del 2008-2009 rispetto al periodo nel quale condussi l’inchiesta per conto del Consiglio Onu sui Diritti umani; se avessi saputo allora ciò che sappiamo oggi, il Rapporto Goldstone sarebbe stato differente». Il ripensamento avviene all’indomani della pubblicazione del rapporto sulla guerra di Gaza redatto da una commissione di esperti indipendenti guidata dall’ex giudice di New York Mary McGowan Davis, sempre per conto dell’Onu, nel quale si legge che «Israele ha dedicato risorse significative per indagare su oltre 400 accuse» riguardo alle proprie operazioni militari, mentre le autorità di Hamas che controllano la Striscia «non hanno svolto alcuna indagine sul lancio di missili e mortai contro Israele».

Se dunque l’originario «Rapporto Goldstone» sollevava l’accusa di «crimini di guerra» e «possibili crimini contro l’umanità» nei confronti tanto di Israele che di Hamas per aver intenzionalmente colpito le popolazioni civili, ora l’autore afferma che l’imputazione sussiste solo nei confronti dell’organizzazione fondamentalista palestinese, «i cui missili vennero volutamente lanciati contro obiettivi civili». A cadere dunque è il sospetto che Israele abbia «perseguito» l’obiettivo di uccidere o ferire civili palestinesi, e Goldstone spiega il passo indietro con la conclusione cui è giunta la giudice McGowan Davis: «l’esercito israeliano ha indagato su alcuni incidenti da noi segnalati indicando che i civili non furono colpiti per scelta». In particolare Goldstone si riferisce all’uccisione di 29 membri della famiglia Al Simouni, spiegando che «il bombardamento della loro casa fu la conseguenza dell’errata interpretazione dell’immagine di un drone da parte di un comandante» e che adesso «un ufficiale è sotto inchiesta per aver ordinato quell’attacco».

Si tratta di «un processo iniziato anche se troppo lento, ma se riconosciuto colpevole quest’ufficiale ne risponderà» scrive Goldstone, spiegando che «l’intento di queste inchieste è sempre di far rispondere i singoli di comportamenti impropri». Da qui la richiesta al Consiglio Onu per i Diritti umani di «condannare nella maniera più dura Hamas» e non lo Stato ebraico per aver intenzionalmente colpito i civili durante il conflitto, pur ribadendo il «disappunto» per la lentezza con cui la giustizia militare israeliana si è mossa.

Goldstone finora aveva sempre difeso a spada tratta il Rapporto, arrivando a vedervi il riflesso di un’idea di giustizia basata sul proprio ebraismo.

La reazione del governo di Gerusalemme è arrivata con Netanyahu che ha chiesto all’Onu di «trarre le conseguenze della ritrattazione di Goldstone e stracciare il rapporto, gettandolo nel cestino della storia» come già fatto con la risoluzione votata dall’Assemblea Generale nel 1975 che paragonò il sionismo al razzismo. Nel gennaio 2010 il governo Netanyahu inviò all’Onu una lettera di 40 pagine per ribattere alle accuse del Rapporto Goldstone e nel luglio seguente l’esercito israeliano aprì procedimenti nei confronti degli ufficiali e soldati coinvolti negli episodi contestati. «Quanto ora scrive Goldstone rende giustizia alle nostre forze armate che, come abbiamo sempre affermato, operano sulla base di principi etici molto alti» commenta il ministro della Difesa Ehud Barak.

Alla richiesta di cestinare il Rapporto Goldstone risponde il portavoce dell’Onu Farhan Haq, spiegando che «spetta agli Stati membri decidere se riconsiderare il documento» frutto di un’inchiesta sulla campagna militare di tre settimane che portò all’uccisione di 1400 palestinesi a Gaza - inclusi centinaia di civili - e di tredici israeliani. Il presidente israeliano Shimon Peres però incalza il Palazzo di Vetro: «L’articolo di ritrattazione non basta, Goldstone ci deve le scuse per averci accusato di crimini contro i civili e per aver ignorato la ragione che fu alla base dell’operazione militare a Gaza», ovvero «il diritto all’autodifesa dal lancio di migliaia di razzi contro cittadini israeliani innocenti».

Peres è in partenza per Washington, dove è atteso domani dal presidente Obama per una colazione di lavoro dedicata all’impatto delle rivolte arabe sugli equilibri in Medio Oriente. In quell’occasione chiederà un formale rigetto del Rapporto Goldstone da parte dell’Onu.

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