Spett. Redazione Ho letto la lettera che Sandro Servi ha inviato a Repubblica a proposito dell' incendio nella fabbrica di confezioni che poi ha dato luogo alla giornata della donna e senza alcuna intenzione di polemizzare , ma anzi in uno spirito di pacata discussione, mi permetto di dissentire da quanto nella lettera contenuto.
Premesso che le condizioni di molti ebrei (ed ebree) negli USA erano ai primi anni del 900 terribili e miserevoli, come lo erano d'altronde quelle della stragrande maggioranza degli immigrati di qualsiasi altra religione e provenienza di prima e seconda generazione , credo sia un errore forse anche pericoloso voler identificare una parte delle vittime ricordando e sottolineando la loro religione.
Meglio forse indicarne la provenienza (Italia, Ucraina, Lituania, Polonia etc.) evitando di evidenziarne la religione solo per un gruppo di esse evitando quello che potrebbe essere interpretato come una forma di razzismo all' incontrario. Fra l' altro ho il forte e fondato sospetto che i proprietari della fabbrica (o almeno uno di essi, Isaac Harris) fossero anch' essi ebrei e il loro comportamento non è stato certo edificante. Se l'autore dell' articolo avesse citato la religione delle vittime avrebbe dovuto citare anche quella dei colpevoli e con il rischio di essere giustamente accusato di razzismo e antisemitismo.
Credo che Repubblica abbia fatto bene a non pubblicare la lettera per non ingenerare nei lettori la sensazione che gli ebrei debbano essere identificati non per la loro cittadinanza ma per la loro religione. Come sappiamo bene un atteggiamento del genere può portare a conseguenze fin troppo pericolose. Cordialmente
lello dell'ariccia

Gentile lettore, non ci pare che le sue osservazioni entrino in merito a quanto ha scritto Sandro Servi a Repubblica. Da parte nostra solo un appunto: riferirsi, come lei suggerisce, agli ebrei 'solo' in quanto appartenenti ad una religione, significa annullarne l'identità di popolo. Il che poi aiuta a spiegare l'atteggiamento anti-israeliano del quotidiano diretto da Ezio Mauro e di proprietà dell'ing.Carlo De Benedetti.
Un saluto cordiale,
IC redazione