Taqiya, ignorabimus
Cari amici, una delle cose che spiegano l'inferiorità dell'Occidente rispetto alla grande civiltà islamica è la nostra insufficiente comprensione dell'ambiguità o della dissimulazione (in arabo è una speciale virtù, chiamata taqiya : http://en.wikipedia.org/wiki/Taqiyya). Noi siamo troppo primitivi, pensiamo che non si debba mentire e ancor meno contraddirci, non abbiamo le sfumature sufficienti a un pensiero complesso.
Faccio qualche esempio, partendo dal semplice: esiste una compagnia di bandiera egiziana, che si chiama Egipt Air e fa da molti anni regolari voli in Israele sull'aeroporto Ben Gurion. Dopo la rivoluzione, ha continuato a farli, ma ha tolto dalle sue mappe Israele, Tel Aviv, l'aeroporto Ben Gurion. Non ci ha messo la Palestina, questo no; ha solo prolungato il territorio giordano fino al mare. Dunque i suoi arerei volano ufficialmente verso un aeroporto che non c'è. (http://www.focusonisrael.org/2011/03/25/egypt-air-israele-mappa-voli/). Ci volano nonostante non esista; oppure non c'è nonostante ci volino? Fuori di battuta, la notizia è che ci continuano a volare, anche se non lo riconoscono (situazione pericolosa per i passeggeri ma politicamente più leggera, significa fare allo spirito antisraeliano quel che gli americani chiamano "lip service", un omaggio verbale, e andare avanti come prima), oppure all'inverso la notizia è che non lo riconoscono, sebbene provvisoriamente debbano continuare ad andarci, ma appena possibile non lo faranno più? Il dilemma resta nell'ambiguità. Sta a noi stupidi cartesiani occidentali, districarci nel raffinato labirinto della taqiya.
Oppure, più seriamente: i palestinesi di tutte le tendenze, quale più quale meno, continuano ad attaccare Israele e i suoi cittadini quando possono (500 razzi e proiettili negli ultimi due anni; http://www.mfa.gov.il/MFA/Terrorism-+Obstacle+to+Peace/Hamas+war+against+Israel/Palestinian_ceasefire_violations_since_end_Operation_Cast_Lead.htm , per una statistica più generale, sulle vittime dal 2000: http://bokertov.typepad.com/btb/2011/03/we-are-names-not-numbers.html). Quel che succede di recente è che nei casi più gravi borbottano qualche condanna. Così è accaduto di recente per la strage della famiglia Fogel a Itamar e per la bomba a Gerusalemme. Il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha pronunciato qualcosa come una condanna e lo stesso ha fatto il premier Fayyad. Ma poi in realtà quando parlano in arabo continuano a rivendicare le loro "operazioni militari" e a chiedere la liberazione dei "prigionieri" (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/143176). Anzi, questa è diventata una nuova precondizione per la pace (http://elderofziyon.blogspot.com/2011/03/abbas-adds-new-condition-for-peace.html). E allora come la mettiamo: l'assassinio di gente nel sonno, di donne e di bambini, gli spari di razzi contro le scuole, le bombe agli autobus sono delitti moralmente ripugnanti o sono eroici atti della lotta del popolo palestinese contro l'orribile oppressione colonialista di Israele, da rivendicare ora e per sempre? O meglio ancora Abbas, pur dovendo soddisfare la sua base onorando i macellai che in passato hanno ammazzato donne e bambini ebrei sui pullman, si è reso conto di quanto la cosa sia sbagliata e almeno per il pubblico internazionale la condanna, oppure fa il buono per i suoi sostenitori occidentali che lo vogliono "moderato" e poi però dove conta, cioè alla sua gente, incoraggia a continuare le stragi? Taqiya, ignorabimus.
Ma forse no. perché in una vecchia intervista una degli "uomini forti" dell'Autorità Palestinese, Muhammed Dahalan, ha spiegato questo giochino a proposito di Arafat, che "di giorno faceva discorsi di pace", ma poi di notte faceva "la cosa onorevole", cioè organizzava il terrorismo , "ingannando il mondo" (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/132591, con un video). Ah, la superiore finezza intellettuale della grande cultura araba! Ci arriveremo mai?
Ugo Volli
|